MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!



IMU




Come sempre, cercherò di buttar giù qualche idea, questa volta rendendovi partecipi degli aggiornamenti che saranno apportati al post.


Si fa un gran parlare di Imu, giustamente, e pertanto la prima cosa che ho fatto questa mattina è stata quella di effettuare delle simulazioni attraverso siti specializzati.


Ebbene ecco qua l’esempio più lampante:


Casa in vendita a Firenze di mq 190 con doppi servizi.


Valore richiesto 690.000 euro.


Rendita catastale 2.357 euro
Rendita catastale rivalutata del 5% 2.475.
Valore catastale rivalutato del 60% pari a 395.976.


Dal primo calcolo noto già una timida anomalia, tra il valore patrimoniale effettivo di mercato e quello stimato dallo Stato, ma soprassediamo e andiamo avanti.


L’Imu da pagare per una prima casa oscillerà tra un massimo di 1.394 e un minimo di 1.184 euro, in base al numero dei figli a carico, con età inferiore ai 26 anni. Già dimenticavo, questo Governo considera sfigati chi all’età di 28 anni studia ancora e non ha un lavoro.  


L’anomalia più evidente è che non si tiene minimamente conto se la casa è gravata da un mutuo in corso oppure no. Pertanto un proprietario che già oggi facesse fatica a rispettare regolarmente le rate in scadenza, si troverebbe una mazzata tra capo e collo a dir poco letale. In questo caso la prima cosa che farei sarebbe quella di mettere sul mercato la casa, per andarmene in affitto, sempre che il valore di mercato non sia underwater, ossia sotto l’importo da restituire alla banca.


Ma andiamo oltre e vediamo l’altra anomalia o meglio la cosa che più mi fa credere che anche questa volta i grossi patrimoni l’abbiano fatta franca.


Nel caso di seconda casa l’Imu sarebbe pari a 3.009 euro. In questo caso è irrilevante il numero dei figli. 


La seconda casa, per colui che ha saputo risparmiare o che magari ha acceso un mutuo al fine di rendere più agevole il futuro dei figli, o magari per passare le vacanze, non è necessariamente un lusso. Spesso può essere un’esigenza. Ebbene in questo caso non si fa distinzioni tra colui che ha la seconda casa e chi invece ne possiede 10, 20 o 30 e vi posso assicurare che ce ne sono. L’aliquota sarà la stessa, pari cioè ad uno 0,5/0,6 percento del valore di mercato. Pertanto se avessi una bella casetta al mare addio anche a quella e mi organizzerei diversamente per le vacanze.


Non oso pensare a cosa accadrà al mercato immobiliare, dopo che i contribuenti faranno le proprie valutazioni. Diventeremo forse come la Germania con le famiglie proprietarie al 45% dall’80 scarso attuale? Forse, ma senza ovviamente un piano abitativo tedesco, perchè di risorse pubbliche nemmeno a parlarne.


E’ doveroso sottolineare che il gettito totale Imu è stimato in circa 21 mld. Le prime case contribuiranno a questa cifra per il 15% circa. Non mi resta difficile pensare che i grandi patrimoni (quelli cioè non facenti parte delle attività commerciali) contribuiranno a dir tanto per circa 5 o 6 mld, una cifra cioè pari a quella ricavata con lo scandaloso scudo fiscale.


A che serve una tassa del genere se non a rattoppare una situazione ormai insostenibile? Manco il 20% degli interessi sul debito pubblico ci paghiamo. Le cifre di una patrimoniale, utile ad abbattere il debito pubblico dovevano essere altre. Nemmeno un Governo tecnico, credibile (sulla carta) ci è riuscito, figuriamoci i disastrati partiti, che in futuro dovranno finanziarsi con le lobby. La matematica sembra parlare quindi sempre più chiaro…………….Grecia stiamo arrivando!!! Altro esempio? Si aumenta di 5 centesimi la benzina per voci di spesa che avrebbero dovuto trovare copertura con accantonamenti prudenziali, e invece, seccata anche quella cassa.


Insomma, anche questa volta l’hanno fatta franca, mentre l’Italia onesta e che lavora no.

COMPETITIVITA’




Quest’oggi c’è un articolo interessante sul Sole 24 Ore riguardo alla competitività scritto da Maria Gros-Pietro: “È sempre più intollerabile assistere alla continua aggiunta di pesi – imposte, accise, adempimenti – e riduzione di trasferimenti verso la parte del Paese che produce e compete, mentre nessun sacrificio tocca a chi non compete, non è misurato nel suo sforzo, non è controllato negli adempimenti“.
Ovviamente chi siede nei più alti consigli di amministrazione del Paese è lontano dal mirare ai grandi patrimoni: ” Qui sì che occorre una svolta decisa, dalle privatizzazioni alle liberalizzazioni alla riduzione della sfera pubblica nel senso più ampio. Se lo si facesse, si scoprirebbe che i mercati finanziari sanno tradurre in valore le aspettative, come accadde sul finire dello scorso anno”.


Io invece sono per redistribuzione di ricchezza, altro che privatizzazioni. Che vogliamo privatizzare pure la luce, l’acqua e l’energia? Ma fatemi il piacere.


Sul problema della competitività mi ero già espresso in passato. Si pensa all’articolo 18, giustamente, quando ormai, però, per spostarci da casa al lavoro dobbiamo chiedere un mutuo in banca. 
Forse era meglio se certe risorse venivano prese ai grandi patrimoni, non credete?
La competitività, giustamente si raggiunge con la ricerca, ma anche con una tutela del potere salariale, che in Germania ad esempio è ben presente. 
Anche sul fatto della ricerca ci sarebbe tuttavia da discutere, se questa non è ben mirata a creare lavoro all’interno.
Apple, il cui valore è ben superiore al Pil di Portogallo e Grecia messi insieme, grazie alla sua evoluzione offre lavoro a solo 60 mila americani, per non parlare di Facebook i cui dipendenti non arrivano a 3 mila unità, ma il cui valore patrimoniale è simile a quello di Volkswagen che di lavoratori ne ha oltre 400 mila, di cui oltre 150 mila nella sola Germania. 


Ormai parlare di competitività credo sia troppo tardi. Piuttosto sarà importante parlare di difendere il difendibile, se non vogliamo diventare in Italia e Spagna (in Grecia lo stanno già diventando) tutti lavoratori cinesi o vietnamiti. La Germania è un caso a sé e su questo mi sono già espresso in passato. Questa infatti non si è improvvisata nella ricerca, da un giorno a l’altro, ma ha pianificato fin dagli inizi del ‘900 un sistema di impresa diverso, basato sulla qualità e sull’innovazione tecnologia. Quello che poi ha saputo ricalcare il Giappone nel secondo dopo guerra, raggiungendo i primi veri risultati nei primi anni ’70. 


Il nostro invece è un sistema completamente sostituito dalla manodopera a basso costo, che spesso non gode dei requisiti in termini di diritti umani. 
Siamo defunti da un pezzo e forse ce ne stiamo rendendo conto solo adesso. 
La ricetta è semplice: ricerca sì, ma supportata da una valuta competitiva che sia in grado di svalutare un debito pubblico ormai intollerabile, con un sistema politico in grado di funzionare per il bene del Paese. Ben venga anche l’iperinflazione, ci sapremo arrangiare, se questo è il prezzo per la svalutazione del debito pubblico. 


Qualcuno dirà perché sono diventato così poco fiducioso sul sistema Italia ed Europa. Non lo sono diventato per caso. Da tempo sostengo che le ricette principali per tenere il tutto in piedi erano due:
La prima quella di agire attraverso una maxi-patrimoniale sui grandi patrimoni, tanto sponsorizzata da Profumo ed Amato.
Io ero stato ancora più lungimirante: “Perchè non alla patrimoniale sopra i 500 mila euro”
La seconda una “unione fiscale” europea, che fosse in grado di redistribuire il gettito a favore delle aree più in difficoltà.


Niente di tutto questo è stato fatto, quindi adesso sono stufo di sentire tante belle parolone sulla competitività, l’articolo 18 e il Fondo Salva Stati. 
A proposito, di tutte le belle parole, mancano da tempo quelle della Merkel, che zitta zitta, secondo me sta covando qualcosa. Cosa non lo so, ma il silenzio mi terrorizza. 

SCENARIO




Prima di tutto ho voluto evidenziare questi due grafici di lungo periodo relativi all’Eurostoxx 50. Il primo descrive l’andamento settimanale degli ultimi anni, il secondo è il rispettivo Macd che in sostanza ha avvisato per tempo in merito ad importanti e pericolose perturbazioni.

Dopo aver descritto in qualche modo la situazione interna, mi volevo soffermare brevemente su quanto ho letto in merito al discorso di El-Erian di Pimco, tenuto davanti alla Fed di St.Louis. 
Prima di tutto considero il personaggio fra i più attendibili, saggi ed esperti del settore.
Ebbene El-Erian è del parere che l’economia ed i mercati siano vicini ad entrare in una fase nella quale, ulteriori politiche quantitative siano poco efficaci.
In particolare mette in luce l’inattività dei governi dei paesi avanzati, nel periodo espansivo delle banche centrali. Se da un lato queste hanno cercato in ogni modo di stimolare l’economia, anche in modo coordinato, dall’altro la politica non ha saputo cogliere l’occasione per formulare un piano comune in grado di rafforzare le basi della crescita. 
Nel frattempo i paesi emergenti, non vedrebbero di buon occhio ulteriori stimoli monetari, frenando eventuali intenzioni positive della Fed. Del resto la Cina è ancora il maggior creditore degli Stati Uniti. 
Pertanto, come ho più volte accennato nelle ultime settimane, credo che le condizioni per un nuovo QE (salvo eventi epocali) siano ancora piuttosto lontane e inutili.

Commentando il grafico indicato sopra che devo dire?

L’indice europeo è ritornato sotto l’area dei 2380 punti, dopo aver fallito in modo evidente la rottura di 2650. La regolarità in essere del trend ribassista di lungo periodo è ancora stupefacente. Il range pertanto sembra compreso al momento tra 2400 e 1970. 
Ci sono quindi tutte le premesse per farsi passare la paura di perdere occasioni nell’immediato, mentre la decisione più saggia sembra quella della fredda attesa, osservando attentamente l’evoluzione del ciclo economico. 
Per dovere di cronaca vorrei sottolineare la differenza tra economica di carta ed economia sostanziale:
Lettura consigliata:

Chi volesse contribuire al Blog è il benvenuto. Se avete gradito il post fatelo girare grazie. 



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