MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Una cosa che per una banca centrale (almeno nei principali paesi del Mondo) è vietata categoricamente è quella di finanziare direttamente uno Stato contro rimessa di titoli di debito.

La scappatoia pertanto è quella di agire sul mercato secondario o attraverso controparti bancarie, emettendo moneta elettronica (almeno risparmiamo della carta per la gioia dell’Amazzonia), con il risultato di tenere bassi i rendimenti dei titoli di stato stessi, che altrimenti andrebbero alle stelle in presenza di maggiore offerta, come accade ai giorni nostri.
Una banca centrale non può nemmeno regalare a babbo morto, una ricapitalizzazione diretta di una banca, attraverso l’emissione di moneta né elettronica né cartacea. Qualora fosse stato possibile e nel caso fosse successo, lascio a voi pensare quali sarebbero gli effetti in termini di moral hazard, ma soprattutto di credibilità della moneta stessa. Situazioni simili possono accadere in paesi tipo lo Zimbabwe con gli effetti che ne derivano.
Ad oggi la situazione è quella che qualche settimana fa vi ho descritto in modo molto semplice:

To print or not to print this is the question

Pertanto vorrei consigliare a chi ci sta terrorizzando con numeri sull’Efsf, o su quanto gli Stati dovranno intervenire al fine di salvare il kulo alle banche, ma che indirettamente è il kulo di tutti noi che con le banche stesse abbiamo rapporti di vario genere, di guardare il problema da un’altra angolazione.

Il passaggio che sta avvenendo è e sarà semplicemente il seguente:

1) Ricapitalizzazione statale delle banche, ovviamente a quota maggioritaria. Quindi NAZIONALIZZAZIONE.
Tengo a precisare che ricapitalizzazione statale non significa premiare l’azionista privato, qualora non fosse in grado di fare da solo (vedi Dexia), bensì di penalizzarlo, attraverso una diluizione del capitale, fino ad avere una quota minoritaria e magari ben scontata dagli asset perdenti o a rischio.

2) Emissione di prestiti sul mercato, al fine di attingere alle risorse necessarie per la ricapitalizzazione.

3) Intervento sul mercato diretto (sul mercato primario) o indiretto (sul mercato secondario) da parte dell’Efsf, che secondo il sottoscritto non è altro che una Bce travestita da Fed. Il passaggio da Efsf a Bce, per quanto riguarda l’emissione di moneta elettronica sarà molto breve. L’Efsf, infatti potrà andare ad emettere obbligazioni sul mercato primario, i cui tassi non saranno certo quelli del Portogallo o dell’Italia, ma saranno al contrario ben calmierati dalle politiche quantitative della Bce, senza che nessuno potrà obiettare, in particolar modo la Germania, in quanto l’Efsf è parte di tutti.

Qualcuno dirà: ma che girigogolo che è tutto questo?

Come possiamo vedere vi è un passaggio in più rispetto agli Stati Uniti, con il vantaggio che noi europei non vediamo lo Stato come qualcosa di simile ad una bestemmia. Se le banche americane fossero state nazionalizzate per tempo, forse il moral hazard sarebbe stato stroncato sul rinascere e tante cose sarebbero andate al suo posto più velocemente.
Il doppio passaggio tuttavia in Europa è dovuto e rappresenta un cuscinetto che separa l’Europa attuale da una invece unita politicamente, ma soprattutto fiscalmente.

Pertanto non mi scandalizzerei per quanto sta accadendo o accadrà nei prossimi giorni. La nostra attenzione e magari la nostra spinta dovrà andare nella direzione dell’obiettivo da raggiungere che è il seguente:

IMPEDIRE A CHI HA DESTABILIZZATO DI NON RAPPRESENTARE PIU’ UNA MINACCIA

Qualora non accadesse ciò è giusto indignarsi, è giusto scandalizzarsi e rompere le uova nel paniere a questa massa di incompetenti. Questa è l’ultima occasione che abbiamo per isolare le mele marce, non perdiamola.

Dovremo pertanto osservare con estrema attenzione i vari passaggi che i nostri governanti saranno destinati a compiere al fine di tirarci fuori da una situazione apocalittica. Sarà nostro dovere pertanto segnalare e ammonire là dove vi saranno atti furbeschi che un domani possano favorire la “casta” e non l’intera collettività. Fare i disfattisti in questo momento non paga a nessuna delle parti, cercare di capire invece sì.

Questa strada che sembra aver preso l’Europa, si concilia poco con quello che ancora ad oggi si vede sul mercato.
Ad esempio:
Perché in questi giorni non abbiamo visto una decisa limatura degli spread tra titoli tedeschi e il resto dell’area Ue?
Un disegno come quello descritto sopra avrebbe dovuto accendere un bel campanello d’allarme per la speculazione. E’ chiaro comunque che la situazione attuale è impraticabile:
– o la Bce si fa paladina, di concerto all’Efsf di intervenire sul secondario per schiacciare i rendimenti verso il basso
– o qui sta covando un qualcosa che assomiglia sempre ad una scissione dell’Euro.
Quest’ultima soluzione mi sembra fantascientifica e quindi opto per la prima ipotesi.

Colgo l’occasione per rammentare a qualcuno dei 315 mebri della maggioranza che domani saranno chiamati a rinnovare o meno la fiducia a questo governo, che lo spread tra i titoli decennali italiani e quelli spagnoli si è ampliato quest’oggi a nostro svantaggio al livello record di 65 bp. Il peggioramento in termini di spread negli ultimi tre mesi rispetto alla Spagna non ha precedenti.
Ovviamente questo dovrebbe far mettere una mano sulla coscienza a qualcuno dei 315 parlamentari. Qualora non accadesse pubblicherò la lista delle persone che avranno dato la fiducia, al fine di vedere come e dove si saranno riciclati alle prossime elezioni…….a quel punto le risate ce le faremo noi.

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Categories: Crisi Euro, QE

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