MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Finalmente, dopo due settimane vissute in apnea, tra computers e telegiornali, sono riuscito a concedermi qualche svago, utile soprattutto a rimettermi in forma.
Ciò non mi ha impedito di seguire punto per punto l’evoluzione degli ultimi tre giorni, alla luce della manovra annunciata da Pinocchiosconi, che dopo l’ultimatum di Draghi e Trichet, nei panni del grillo parlante e della fata turchina, ha ammesso l’infinito numero di bugie dette agli italiani negli ultimi diciotto anni (il video l’altro giorno non l’ho messo per abbellire il blog), promettendo da qui in avanti di soffocare il proprio istinto, anche se il proprio cuore sarà destinato a grondare sangue. La fata turchina e il grillo parlante tuttavia si sa, sono dalla sua parte, e il loro perdono, alla luce delle promesse fatte, appare scontato e insieme ad esso il “vissero felici e contenti” del racconto, con il mercato, nei panni di Geppetto, che riabbraccerà il proprio figlio. Alla fata turchina e a Geppetto però, dobbiamo rimproverare il fatto di aver trascurato gli effetti delle birichinate compiute dal nostro Pinocchiosconi in questi diciotto anni. Il Collodi della situazione, infatti, avrebbe dovuto dedicare un libro a parte, al fine di descrivere le storie e le ingiustizie subite dalle vittime, che avevano posto la loro fiducia nel burattino. A partire da Mangiafuoco (il contribuente), i cui cinque denari, non servirono a rimettere il nostro protagonista sulla strada giusta, ma solo a soddisfare l’avidità del gatto e la volpe e anche quella di Pinocchiosconi stesso, che se si fosse accontentato non avrebbe seguito i primi.
E così i nostri eroi ce l’hanno fatta, anche se il senso giusto suonerebbe meglio: e così i nostri eroi ce l’hanno messa un’altra volta.
In diciotto anni di storia, salvo i pochi anni di Prodi, dove almeno i conti sono tornati (suggerisco di leggere gli articoli che ho linkato in fondo), gli italiani si sono visti passare davanti:

  • L’abolizione della tassa di successione, che i contribuenti all’estero pagano volentieri, perchè ritenuta una tassa utile ad aiutare quelli meno fortunati, dandogli la possibilità di emergere nella società.
  • I condoni, che negli altri paesi civili se li sognano, in quanto l’evasore, qualora esistesse è destinato al carcere.
  • Gli scudi fiscali al 5%, premiando quindi coloro che per intere generazioni hanno pensato bene di non pagare nemmeno una tassa allo stato. La Germania in questi giorni sta discutendo una specie di scudo al 23%, con la possibilità di intervenire sui conti in Svizzera, tanto per avere un parametro.
  • L’abolizione dell’Ici, il cui minor gettito non si è riversato in circolazione, ma è stato prontamente compensato da una maggior pressione fiscale dei comuni. Quindi un provvedimento che necessitava una pronta copertura, tanto per mantenere una delle poche promesse elettorali utili a vincere le elezioni.
  • Sorvoliamo sul tema della giustizia e delle leggi fatte “ad personam”. 

Il tutto accompagnato da illusioni e sogni venduti mai realizzati, mirando a dividere l’opinione pubblica su questioni secondarie e poco costruttive per il nostro Paese.


La manovra varata venerdì sera come avevo anticipato, ha qualche aspetto positivo che non è sicuramente frutto della sapienza e della volontà di questo Governo, ma del pericolo sociale che ne sarebbe derivato se certi provvedimenti fossero stati ripresentati come alcune settimane fa. Mi riferisco ovviamente ai tagli sui costi della politica che, per necessità, si stanno adeguando velocemente ai parametri della nostra sempre più vicina Europa.
 L’aumento delle rendite finanziarie le ho apprezzate (anche se erano anni che si dovevano fare) come i tagli alla politica, anche se gli stessi avranno bisogno di essere rivisti al fine di non far ricadere sui più deboli gli effetti delle minori risorse, come ad esempio i trasporti pubblici, che interessano comuni e regioni. Trovo interessante l’accelerata in tema di pensioni, anche se secondo me si sarebbe potuto fare di più, in particolare per quelle d’oro. E’ chiaro che tutto questo è il frutto del commisariamento Ue e degli effetti di un’Europa sempre più vicina ad un’unione politica che monetaria. Un bravo politico e una persona al di sopra delle parti, certe problematiche le avrebbe affrontate ben prima, senza pensare a veline o bunga bunga dei miei……..beeeeb.


Là dove ha potuto, questo Governo non ha perduto il vizio. Si è fatto leva ancora una volta sulla fascia dell’Irpef, penalizzando, chi fino ad oggi ha fatto il proprio dovere (contributo di solidarietà) e chi non riesce ad arrivare a fine mese (detrazioni e familiari a carico).
Il contributo di solidarietà credo sia la più grande pagliacciata della storia, in quanto oltre a interessare solo 500 mila contribuenti, che porteranno sì o no nelle casse dello Stato 2 mld in due anni (e dopo?), punisce ulteriormente chi ha lavorato duramente e le tasse le ha sempre pagate. Vorrei ricordare che un reddito di 100 mila euro ha già una pressione fiscale superiore al 60%. Il recupero di spesa dalle detrazioni, invece, è una punizione per chi lavora e ha famiglia, in un paese a crescita demografica zero.
Si è premiato quindi gli evasori. Sono rimasto scioccato nell’apprendere che il 90% dei lavoratori autonomi dichiara meno di 35 mila euro, come sul fatto che il reddito medio dei parrucchieri sia di 11 mila euro.
Perfino Montezzemolo ieri è uscito allo scoperto dicendo che sarebbe stato favorevole ad una patrimoniale. Questa era l’occasione per il Governo (la cui credibilità e legittimabilità è inferiore allo zero) di agire più incisivamente su quella ricchezza latente, che quando fa comodo viene considerata al fine di rilevare Pil e potenzialità inespresse del Paese. Una tassa patrimoniale fatta con il cervello e mirata soprattutto a colpire proprio quella ricchezza latente sarebbe servita da sola a raccogliere almeno 60 mld in due anni, incidendo addirittura positivamente sulla crescita del paese. Francamente non condivido nemmeno la presa di posizione della Confindustria e di una parte della Sinistra nel voler aumentare l’Iva, che ricadrebbe inevitabilmente sul consumatore finale. Le imposte indirette infatti, gravano nella stessa misura per tutte le classi, almeno che non si decida di aumentare la fascia di lusso, ma quanto si colpisce l’aliquota del 20% non è proprio così.


La prima impressione è che ad andar bene, questa manovra si rifletterà negativamente sulla crescita per almeno uno 0,7 l’anno in termini di Pil, e francamente, questo, l’Italia non può permetterselo. Inoltre, impoverisce la classe già al limite, che rappresenta anche la fascia più numerosa dei consumatori. Molti tagli si rifletteranno su una maggior pressione fiscale locale, per non parlare degli aumenti che ne deriveranno sulle tariffe pubbliche, in particolar modo sui trasporti. Lo scenario staglfattivo, presente già da un anno in Italia, pertanto, sarà destinato ad amplificarsi. Altra cosa invece se si fosse fatto leva su quella ricchezza latente attraverso una patrimoniale, alla cui parola ormai nessuno più si scandalizza, se escludiamo Pinocchiosconi e qualche suo altro seguace che piano piano sta iniziando a prendere le distanze dal vero sconfitto. 

Pertanto la prima storia di Collodi è finita con il vissero tutti felici e contenti. 
Altra cosa sarà quella inedita, ancora tutta da scrivere, sul cui finale non nutro grande ottimismo, in considerazione dell’irresponsabilità mostrata da questa classe politica, che fino ad oggi ci ha guidato e che ha sfruttato fino all’ultimo minuto, che li separava dal commissariamento, per fare i propri interessi, continuando ad illudere gli italiani con effetti speciali.  


Ovviamente questo è il mio punto di vista personale, ma ben altra cosa sarebbe stata quella di mettere il Paese, in mano ad una guida tecnica appoggiata a larga maggioranza. 
Un Governo le cui sconfitte sono ormai lampanti, anche per il proprio elettorato, avrebbbe dovuto compiere un atto di responsabilità, promettendo le dimissioni una volta messo in pratica le richieste del commissariamento. 
Il fatto che questo non sia succeso, francamente non mi dà tranquillità, ma pone piuttosto all’orizzonte nubi, che al momento riesco difficilmente a leggere, o meglio non voglio leggere. 
Già dal primo capitolo del nuovo libro, che tratterà della discussione parlamentare della nuova manovra, potremo avere una migliore percezione di quale sarà il finale. Nel ’92, anno della grande manovra, il finale fu lieto, ma non sempre la storia si ripete.
Augurandomi che possiate contribuire attivamente o indirettamente a questo blog, vi lascio per il momento in compagnia dei link di cui sotto che consiglio di leggere pazientemente, al fine di accrescere la consapevolezza di quanto ci circonda.
Una buona giornata e a presto.



Appello ai bloggers
Per essere sempre costruttivi


I Have a dream
Era il 29 luglio, un passo in quella direzione sarà inevitabile.


Considerazioni sull’intervento del 3 agosto, 
ossia poco prima del commissariamento Ue.


Il contrappasso
Un descrizione completa dei fallimenti e dell’incapacità di chi ci ha guidato fino ad oggi.


Un nuovo Governo dell’economia 
In questo editoriale Mario Monti fa una diagnosi a dir poco perfetta sulla situazione politica.


The Best Trader
Il blogger in questione è sempre molto preciso nel dettagliare le cose di estrema attualità.


Come azzerare lo spread
Non che condivida tutte le proposte, ma qualcuna è da prendere veramente in considerazione.

Categories: politica italiana

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