MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Come è possibile tutto ciò’

E’ possibile perché gli Exchange sono diventati innumerevoli (43 attualmente).

Gli Exchange sono i punti del mercato pubblici dove si accede al mercato per transare. Questo comporta delle latenze notevoli nella formazione del SIP e più latenza c’è, più gli HFT hanno tempo per i loro “giochi”. A questi vanno sommati le dark pool (Exchange privati delle grandi banche, che non necessitano di inviare dati al pubblico) che passano volentieri informazioni alle GHFT visto che pagano. Le GHFT sanno ad esempio che in una dark pool stanno avvenendo enormi ordini su CISCO, quindi sfruttano l’informazione per guadagnare.

Funziona il gioco? Basta dire che numerose firme HFT hanno dichiarato che negli ultimi anni non hanno mai chiuso giorni in perdita. Un paio hanno dichiarato 2-3 giorni di perdita causa errori umani … fate voi.

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HFT vs HFT

Chi sono i veri avversari degli HFT: la SEC, la Consob, altri? Macchè … il gioco è legale o legalizzato.

Gli unici rivali delle GHFT sono le GHFT stesse.  A suon di milioni di dollari si sfidano per avere la linea più veloce, il server più vicino al SIP o all’exchange più importante, l’armadio dei server 1 metro più vicino alla connettività più veloce, il cavo in fibra più corto di 10 centimetri etc etc

Ma visto che il gioco è vincente, questi soldi sono ben investiti no?

Crash e Flash Crash

Gli HFT sembrerebbero la causa di numerosi Flash Crash e Crash degli Exchange. Il numero di transazioni effettuate e dei bachi nei software oltre a generare ingenti perdite per grandi firme possono causare dei veri e propri DDOS  attack agli Exchange. Cosa sono i DDOS? Sono gli attacchi che vengono fatti anche ai siti importanti.

Poniamo che un sito possa accettare 10.000 connessioni al secondo. Grazie a della potenza di calcolo notevole e a capacità e velocità di banda elevatissima, riusciamo a mandarne 100.000. La banda del sito si riempie, i server del sito vanno a 100 all’ora e le richieste si ingolfano o non vengono processate nei tempi necessari. L’effetto è che il sito non è più raggiungibile. Quindi i siti crollano. Stessa cosa per gli Exchange.

I flash crash invece sono crash velocissimi di azioni / currency / altro dovuti a migliaia di ordini sell messi sul mercato.

E Lewis?

Tornando al libro, Lewis spiega questo modo in maniera veramente chiara, come spero di essere stato io sopra o perlomeno mi auguro. E racconta la storia vera di un gruppi di esperti di finanza che ha deciso di studiare il fenomeno (da cui nasce il libro) per capirne le dimensioni e la rilevanza.

Basta un dato: pare che metà dei volumi dei mercati americani dipendano dagli HFT e in certi casi si arriva per alcune azioni a picchi del 60-70% … direi non poco no?

Il protagonista è Brad Katsuyama che fa dipendente della Royal bank of Scotland decide di fondare un suo exchange IEX dove le transazioni in sell o buy non vengono pagate e lontano il giusto da tutti gli altri Exchange in modo da non dare vantaggio agli algoritmi HFT. Insomma, l’exchange di una volta. Ce la farà? Per ora pare che picchi dell’1% delle transazioni mondiali passino da questo Exchange e che alcuni big (GS) facciano passare delle loro transazioni dall’IEC. Come andrà a finire? Non è dato  saperlo.

Conclusioni

Ci sono numerose altre cose che si potrebbero dire sull’HFT, ma per una veloce digressione direi che posso fermarmi qui. Sono state anche fatte numerose esemplificazioni: gli esperti di informatica come di finanza non me ne vogliamo, ma per far capire i concetti alla base la semplificazione è fondamentale.

Concludendo, l’HFT è un fenomeno ormai globale e che interessa tutti i mercati (stock, futures …).  Le proporzioni sono enormi e i soldi coinvolti altrettanto, questo vuol dire che c’è qualche tipo di asimmetria nel “gioco” perché se uno vuole a tutti i costi “Parco della vittoria” un motivo ci sarà no?

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Categories: Miscellanea

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    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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