MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Keynes: fu proprio sua la famosa frase “in the long run we are all dead“. Ebbene quel lungo termine è oggi arrivato.
Hayek sosteneva che le cure della dottrina Keynesiana avrebbero portato a far sì che le crisi successive sarebbero state di entità sempre maggiore. Come dargli torto?

Riguardando la storia di Keynes tuttavia, mi ha colpito un passaggio estremamente applicabile alla storia dei giorni nostri:
“Keynes sa che il sistema di cambi fissi stabilito dagli accordi può essere mantenuto nel tempo, in presenza di economie molto diverse quanto a tassi di crescita, inflazione e saldi finanziari, solo a patto di costringere gli Stati Uniti, destinati ad avere una bilancia commerciale e finanziaria positiva, a finanziare i paesi con saldi finanziari negativi. Ma incontra l’opposizione statunitense verso la predisposizione di fondi, che Keynes avrebbe voluto essere assai ingenti, destinati a tale scopo”.

Questa teoria ovviamente si riferiva al trattato di Bretton Woods. Il risultato finale lo conosciamo tutti. Nel 1971, terminò il sistema dei cambi fissi legato alla convertibilità dell’oro.

Ad oggi, in Europa abbiamo un sistema di cambi fissi, imposto dall’utilizzo di una sola moneta ossia l’Euro, ma il risultato sembra essere lo stesso.

La Germania con il suo attivo commerciale non finanzia minimamente il deficit dei paesi più deboli e i risultati negli ultimi anni si sono visti. Solo la Bce sta impedendo la necessità di introdurre un sistema di cambi alternativo, che possa ridare il giusto equilibrio alle cose.

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Altra cosa sarebbe se l’Euro fosse supportato da un’Unità sociale e politica, ma su questo punto le cose sembrano essere distanti anni luce.

Va da sé quindi che il sistema della Moneta Unica, così come lo vediamo oggi, è destinato prima o dopo a morire.

Keynes tuttavia, è passato alla storia per la teoria economica secondo la quale, i mercati non devono essere lasciati al suo destino, ma che al contrario, gli Stati si devono sostituire alla domanda privata, nel momento del bisogno, attraverso investimenti pubblici, in grado di creare nuova occupazione rafforzando così il consumo.

Benché questa teoria a me sembra in conflitto con la natura stessa delle cose, molti studiosi dei tempi moderni, hanno visto il ciclo economico dei paesi occidentali negli ultimi 5 anni, come la corretta applicazione della teoria di Keynes.
Purtroppo non è così.

Tutti gli stati più evoluti, infatti, hanno sì visto un forte aumento dei propri debiti, ma al solo scopo di salvare un sistema finanziario che era ormai fallito.

Ci troviamo pertanto ad oggi un aumento del 30% di debito pubblico, senza aver effettuato gli investimenti necessari alla creazione di nuovo lavoro e di nuove infrastrutture per lo sviluppo.

Sono cinque anni che le banche centrali stanno giocando con la teoria Keynesiana, tralasciandone la parte più importante e vicina alla collettività.

In sostanza hanno creato un mostro.

A questo punto, applicare correttamente la teoria di Keynes significherebbe stabilire parametri sempre più alti in termini di debito, fino ad arrivare ai numeri presenti in Giappone.

Auguri

Categories: Miscellanea

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