MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!


Le dichiarazioni fatte da Draghi questa mattina mi hanno sorpreso ZERO.


Il Governatore della Bce tiene la porta aperta ad un possibile e ulteriore LTRO, se la situazione peggiorasse, sottolineando tuttavia il miglioramento
del mercato del credito grazie alle precedenti operazioni.


Dopo queste parole rassicuranti, che racchiudono tutta la tensione ormai nota tra la Bce e la Bundesbank, da sempre attenta all’inflazione ormai fuori ai target prefissati, i soliti discorsi sulla crescita e in contraddizione quello sui deficit pubblici.


Nonostante l’entusiasmo dei mercati periferici, che tuttavia rimangono da inizio mese in calo tra l’8 e il 10 percento dopo i rialzi odierni, è doveroso spendere una parola su cosa sia l’operazione LTRO.


LTRO: Long Term Refinancing Operation è un’operazione di finanziamento a tre anni, mediante la quale la Bce presta liquidità alle banche ad un tasso agevolato dell’1%, contro rimessa di titoli a garanzia presenti nel proprio attivo. Pertanto una banca, che avesse titoli investment grade (almeno BBB, ossia quasi al limite per l’Italia) nel proprio attivo potrebbe finanziarsi c/o la Bce con tassi all’1%. Ma l’anomalia sta proprio qua.


Da quello che si è percepito, anche se niente di ufficiale (vista l’omertà presente nel settore) può essere accertato, molte banche nell’ultima operazione LTRO, al fine di ottenere la liquidità necessaria per il finanziamento, hanno emesso titoli appositi con garanzia statale.
In sostanza, le banche, non avendo una somma tale, in titoli investment grade nel proprio patrimonio o attivo si sono costruiti in casa il necessario per attingere alla liquidità. Questa, una volta presa, è stata reimpiegata nell’acquisto di titoli statali domestici.


In sostanza gli Stati (periferici), hanno garantito la solvibilità delle banche per far sì che il proprio debito fosse sottoscritto, attraverso moneta creata dalla Bce, ma che in qualche modo dovrà essere drenata a scadenza. In sostanza il debitore garantisce, per un nuovo debito, ovviamente. Mi sembra una cosa corretta non credete? Altra cosa sarebbe stata se le banche non avessero avuto bisogno di tali garanzie.


La Bundesbank, ad esempio, molto sensibile al problema inflazione ha incentivato le proprie banche a restituire i soldi presi in prestito c/o la Bce, in quanto tutta questa massa liquida a giro rappresenta una mina vagante in caso ci fossero tensioni sui prezzi al consumo.


Non meravigliamoci pertanto se la Bce si vede ritornare una somma indietro di liquidità, parcheggiata ad un tasso dello 0,25. Queste sono principalmente le banche nordiche che fanno cassa, vendendo titoli periferici (acquistati dalle banche domestiche) e parcheggiano la liquidità alla Bce allo 0,25, visto che i tassi a breve sul Bund sono addirittura negativi.

Qui sotto riporto il grafico che avevo postato alcune settimane fa





Adesso mi faccio qualche domanda molto semplice:



1) Premesso che un eventuale  Long Term Refinancing Operation arriverà solo nel momento in cui le cose peggiorassero (auguriamoci quindi che il mercato non sia così curioso da voler vedere il punto limite), quali saranno le prossime garanzie richieste dalla Bce?


2) Quale sarà il tasso di inflazione del momento, visto i costi energetici ai quali siamo già sottoposti da tempo, per non parlare delle imposte indirette che gravano sui prezzi finali?


3) Quale sarà l’atteggiamento della Bundesbank e in particolare della Germania, sempre contraria ad una politica che minacci la stabilità dei prezzi?


Francamente non mi è facile vedere un orizzonte sereno, privo di ostacoli, che potrebbero contrastare con l’Unione Europea.
Nel frattempo, tuttavia, da quello che si legge, la Merkel se ne sta in silenzio, cercando di percepire al meglio il clima dell’elettorato tedesco. Qualora le elezioni nei Lander indicassero un clima più vicino al malcontento degli altri paesi europei, la cancelliera sarebbe disposta a trovare un’alleanza con la SPD, il partito attualmente più europeista in Germania, scaricando ovviamente i fedelissimi Liberal, che non ne hanno indovinata una, negli ultimi due anni.
Questa è la spregiudicatezza della Merkel, dimostrata anche in passato, pertanto non mi meraviglierei di niente, nemmeno che si ritornasse a parlare di Eurobond, ma non corriamo.

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