MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!


Negli anni ’70, in piena fase di inflazione galoppante, la Germania (da sempre terrorizzata dall’aumento dei prezzi) intraprese la strada della competizione salariale, fino al punto, che molti operai delle principali fabbriche, decisero di lavorare gratis le ore di straordinario. Questa politica, supportata da un rapporto estremamente fiduciario, tra impresa e lavoratori, portò in un secondo momento ad un aumento dei salari reali e ad una maggior competitività in campo internazionale. 
Sicuramente erano altri tempi, ma quello a cui stiamo assistendo oggi è la conferma che la Germania vuole applicare la stessa metodologia a quei paesi europei che da troppo tempo hanno subito una perdita di competitività e che inevitabilmente hanno visto crescere a dismisura il loro deficit commerciale. 
Purtroppo ciascun paese possiede realtà ben diverse e tale metodologia potrebbe rivelarsi un boomerang diabolico per la stabilità del Vecchio Continente. Ad esempio, in Italia non assistiamo, e a buon ragione, allo stesso rapporto fiduciario tra impresa e lavoratori, ma persiste una costante trattativa, fra le parti, mediante la quale, risultano difficili portare a compimento disegni di legge che regolino il mercato del lavoro, come abbiamo potuto constatare ultimamente. 
In Grecia la Germania sembra riuscire nell’intento, visto che i lavoratori, a costo di racimolare qualche soldo sono disposti a lavorare anche a 3 euro l’ora, ma la partita sembra ancora largamente aperta, con le elezioni che presto daranno voce al popolo. Secondo alcuni sondaggi, comunque, la coalizione moderata di governo nazionale, sembrerebbe in rimonta, ma sono curioso di sapere fino a che punto avrà possibilità di vittoria. 


Meno malleabile invece, sembra essere la Francia, che benché se ne dica è la patria delle più grandi rivoluzioni umanistiche degli ultimi duecento anni. 


Nei prossimi 30 giorni, a mio parere l’Europa si giocherà infatti la partita della vita, attraverso l’esito delle elezioni presidenziali francesi. 
Chi avrà letto il programma di Hollande si sarà reso conto di quante avversità alla linea perseguita dalla Germania, ci siano al suo interno. 
Dall’età pensionabile rivista a 60 anni, alla necessità di aumentare il minimo salariale da 1398 euro a 1700 euro, possiamo intuire come una vittoria del candidato di Sinistra potrebbe sconvolgere drasticamente gli equilibri dell’Eurozona. Solo questo mi basta per tifare HOLLANDE e non Sarkosy. Del resto sono stato uno dei folli a sostenere il fatto che la crisi di questi anni, passa soprattutto dai bassi salari.
Per dovere di cronaca, vorrei sottolineare inoltre che uno dei principali partiti vincitori alle elezioni francesi, almeno del primo turno, sarà quello dell’astensione, a conferma della sfiducia che sta condizionando l’umore della gente. 


L’Italia, al contrario, si sta confermando sempre più una colonia della Bce. In questi quattro mesi ho preferito astenermi dal dare giudizi, in quanto un Governo deve avere tutto il tempo necessario, per varare misure correttive e riforme necessarie al riequilibrio del Paese. 
Ebbene, oggi, è arrivato il momento di esprimere il mio parere: il Governo Monti non ha fatto altro che eseguire alla lettera il dictat della Bce, con il quale non si parlava minimamente di redistribuzione di ricchezza. In assenza dell’operazione LTRO l’esito per i nostri titoli di Stato sarebbe stato devastante, a prescindere dalle misure prese, in quanto l’elemento essenziale, ossia la liquidità e soprattutto la fiducia nel sistema Euro, mancava. Altra cosa, invece, sarebbe stata quella di agire sui grandi patrimoni, al fine di ritrovare, oltre alle risorse necessarie, quel clima di fiducia ormai perduto tra la gente comune. 
E invece, vai con la benzina, vai con le addizionali e l’aumento dell’Iva e delle utenze, con inevitabile perdita del potere d’acquisto dei salari medio bassi. Insomma,  proprio quella strada deflativa voluta dalla Bce e dalla Merkel, che spero venga stroncata sul nascere dai nostri cugini d’oltralpe. 
A questo stato di impotenza del nostro Paese, si aggiunge, la sfiducia sempre maggiore nelle istituzioni politiche, dopo le ultime vicende, e questa non è una buona premessa, per mantenere un clima sociale mansueto e comprensibile. 


Detto questo, credo che l’unica soluzione per l’Eurozona sia quella di guardare in faccia la realtà. Una realtà che ci invita a rivedere i rapporti di cambio fra le diverse aree, con una Germania che fino ad oggi ha sfruttato a pieno la propria competitività a spese dei più deboli, come l’area mediterranea. 
Ben venga un Euro senza la Germania o magari l’introduzione di nuove monete, utili a deflazionare i debiti pubblici accumulati e a ridare il giusto stimolo competitivo, soprattutto in quei paesi che basano la loro forza sul turismo, semilavorati e piccola impresa.  


Insomma, dopo la Primavera araba, ho la sensazione che una stagione nuova sembra voler iniziare per la Vecchia Europa. L’unica cosa che posso suggerire ai miei lettori è quella di non aver paura dei cambiamenti, ma di essere coraggiosi nell’affrontare la realtà, credendo nei propri mezzi e nelle scelte sagge. 


Alla prossima e grazie a coloro che contribuiscono al blog

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One Response so far.

  1. Vibiosextif ha detto:

    Condivido. Su Hollande ho scritto un post dal titolo "votate Hollande". In quanto rappresenta l'unica speranza di isolare la Germania e la sua politica austerica. I nostri politici sono schizofrenici: Bersani qui sostiene le politiche di Monti, in Francia sta con Hollande. Mancano le idee. Troppa subalternità alla Bce e alla Germania. Non hanno palle.

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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