MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Quindi se non scoppia la bolla sull’oro aspettiamoci inflazione al galoppo nei prossimi 24 mesi. Questa è la legge del monetarismo, quando le sue politiche tendono ad immettere liquidità come fosse aria.

Europa, Usa, Gb e Giappone hanno fatto a gara negli ultimi tre anni a chi attuava le politiche non convenzionali più espansive, con alcune evidenti differenze, che a mio modesto parere andranno a premiare il Vecchio Continente.

L’Europa infatti, ad una politica quantitativa, ha dato seguito parallelamente ad una politica di riforme fiscali, utili a riequilibrare i conti pubblici.
Paradossalmente, per questo, dobbiamo ringraziare gli Stati Uniti per i suoi attacchi belligeranti sull’Euro, atti a screditarlo, al fine di rafforzare il ruolo predominante del Dollaro. Ciò infatti ha stimolato il cuore centrale dell’Europa ad affrontare politiche di rigore, che in futuro consentiranno all’Unione di essere più credibile agli occhi del Mondo.

Come possiamo vedere, l’oro (grafico in alto), in questi giorni ha dato segnali di risveglio.
Da una situazione pesante, che aveva visto un test a ridosso dei 1500 punti, le quotazioni si sono spinte al rialzo, fino ad uscire dalla parte alta di un triangolo importante. Quota 1800 e 1930 rappresentano traguardi importanti, che certificano la perdita di valore del Dollaro e delle monete oggetto di QE.
Mai come adesso sarà importante leggere i mercati attraverso l’oro e non le rispettive valute al fine di capire gli effetti delle politiche quantitative. In ogni caso il mercato dell’equity è da considerarsi tra i più correlati al metallo giallo, compresi gli immobili.

SP500 IN ORO
Il grafico della borsa americana rapportato all’oro è ben evidente nel lungo periodo. Il suo valore da inizio 2009 è rimasto pressoché inalterato. Questo significa che le politiche espansive hanno solo tamponato il ciclo economico, ma non invertito. In sostanza i rialzi del mercato in termini nominali non sono altro che espressione della perdita di valore della moneta. 
Quando questa si manifesterà in termini di inflazione non è dato a sapersi. Forse quando i consumatori avranno raggiunto la consapevolezza di quanto è avvenuto, visto che anche fra gli addetti ai lavori non mancano i dubbi su quanto sto dicendo. 
Sul grafico SP500 in oro, stiamo assistendo ad un impercettibile miglioramento, da qualche mese a questa parte. Sarebbe tuttavia imprudente ritenere invertito il quadro visto che la dinamica dell’indice si sta muovendo al di sotto della linea rossa tracciata orizzontalmente. Il superamento della stessa certificherebbe il fatto che la moneta elettronica si riverserebbe sull’economia reale.
In Europa la moneta elettronica si riverserà sull’economia reale molto più velocemente, sotto forma di discesa dei tassi. I paesi europei, infatti vengono da una situazione di stress che ha obbligato gli stessi ad attuare politiche fiscali utili ad adeguare al meglio i propri conti. Pertanto, una discesa, probabile, dei tassi, sarà tutto grasso che cola per i paesi europei, che avverrà sotto forma di diminuzione della pressione fiscale, cosa che invece negli Usa non può certo avvenire visto i livelli dai quali partiamo. 
EUROSTOXX 50 IN ORO
Come possiamo vedere l’Eurostoxx espresso in termini di oro sta assai peggio dell’indice SP500. Del resto le politiche austere e le guerre valutarie non hanno certo contribuito a frenare la contrazione dei consumi interni, mentre la competitività, fatta ad eccezione per la Germania, non era al top. Il grafico pertanto, sintetizza meglio più di qualsiasi altro indicatore, la fotografia economica del Vecchio Continente. 
Prima di arrivare ai benefici di cui vi ho parlato precedentemente, infatti, occorreranno ancora mesi, mentre non posso certo escludere nuove battaglie valutarie, che partiranno dalla Grecia (probabile uscita dall’Euro) per arrivare al Portogallo, le cui conseguenze potrebbero essere poco simpatiche per il sistema bancario spagnolo, in caso di ristrutturazione. 
Anche facendo una radiografia più approfondita, non troviamo particolari settori che prevalgono, sull’oro. L’unico degno di considerazione sembra il farmaceutico, ma solo per il fatto che ha difeso meglio e non perchè abbia un trend migliore del bene rifugio. 
Se mi chiedessero quali sono le probabilità di una guerra valutaria in corso, risponderei:
110%
Fateci caso: i paesi più attaccati sono stati quelli aventi un debito estero molto elevato, spesso in mano agli hedge.
Per la cronaca Giappone e Cina stanno cercando di abbassare il predominio del Dollaro negli scambi internazionali e gli Usa di fronte a questo sarebbero impotenti, in quanto gli hedge non possiedono posizioni rilevanti di debito su quei paesi. 
L’Italia in questo contesto sta facendo del suo meglio e ho la sensazione che in queste settimane abbia visto un aumento del debito interno a spese di quello estero. Pertanto meno sensibile a futuri sconvolgimenti del quadro bond euro. 
Visto il perdurare di questa guerra, per i prossimi giorni starei un pò con le antenne dritte, al fine di non cadere in eccessi di ottimismo che potrebbero rovinare quanto di bello costruito in Gennaio. Il tutto alla luce del quadro che ancora vediamo se analizziamo gli indici in Oro e non nella carta straccia, rappresentata dal Dollaro e Sterlina in particolare. 
Mi vien da ridere se penso alle politiche QE3 in Usa e al QE quasi annunciato di 200 mld di sterline in GB. Qualora arrivassero dati allarmanti in termini di inflazione, i mercati potrebbero ricadere in uno stato di forte depressione. 
Premessa per nuove politiche quantitative saranno quindi peggioramenti del quadro, in particole quello europeo, visto che ormai conosciamo il mezzo per giustificare la credibilità Usa e GB.
Pertanto dopo aver fatto i dovuti scongiuri sulle prossime tappe di nome Grecia e Portogallo, il suggerimento sarà quello di navigare a vista e di non farsi travolgere dall’avidità, che spesso porta l’essere umano ad autodistruggersi. 
Un occhio alle borse, quindi, ma anche a valute e oro. 
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