MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

L’affare Unicredito sta deprimendo oltremisura la borsa italiana.

Oggi è partito l’aumento di capitale, ma è stato veramento un perfetto disastro. Il titolo ha chiuso 2,28, ossia vicino al prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni di 1,9430. Ci mancherebbe altro che sprofondasse sotto.

Ad occhio, senza fare tanti calcoli matematici il titolo quoterebbe sotto i 3 euro, se considero i diritti, tanto per fare un raffronto con il prezzo della scorsa settimana.

E’ chiaro che la borsa italiana difficilmente, potrebbe distinguersi in positivo, rispetto alle altre  visto il momento difficile della ex principale banca italiana.

Come potete vedere nel grafico sopra, l’indice ha perforato tutte le principale medie attestandosi  poco sotto il supporto di 14450.

La forza comparativa nei confronti del Dax può essere osservata dal grafico successivo.

A dir poco devastante

Non so quanto potrà durare questa sotto performance della borsa italiana.

Non so nemmeno quanto potrà durare questo antipatico atteggiamento della Merkel a dire il vero.

Personalmente mi son rotto di questi comunicati ripetitivi che servono solo a rafforzare la diffidenza del mercato.
Sulla carta i tassi tedeschi, francesi e italiani, dovrebbero almeno convergere, e invece succede l’esatto contrario, ogni qualvolta che il “grande didietro vivente” dice qualcosa.

La Merkel, tutte le volte che deve affrontare un incontro, sembra non aver preparato il compitino a casa.

E’ dal mese di agosto che sento parlare di Tobin Tax, come se questa fosse la soluzione di tutti i mali, mentre non c’è stato fino ad oggi il minimo passo verso un atto solidale, che non fosse quello dell’applicazione del rigore in tema fiscale.

A questo punto un bel VAFFA alla cancelliera è più che lecito, sperando veramente che il nostro Super Mario tiri fuori il meglio del suo sapere nell’incontro dell’11 di gennaio, a costo di sacrificare l’Euro stesso.

Sono infatti più i giorni che perdiamo a driblare il vero problema dell’Euro che quelli che dedichiamo alla crescita del vecchio continente.

Così ci siamo rotti di andare avanti. BASTA!!!!

Il 20 di gennaio lo considero il giorno finale. Se lì non accade qualcosa di significativo non ci sono più alibi. L’Europa Unita non sa da fare?

Qui non si tratta infatti di ribadire tutte le sante volte l’unità fiscale. Di passi sotto questo profilo ne sono stati fatti
e oltretutto da gigante se guardiamo all’Italia.

Qui si tratta di dare un segnale richiesto dal mercato da mesi e non da giorni, ma che tutte le sante volte esita ad arrivare.
Pertanto in assenza di detto segnale, incontri bilaterali, trilaterali o quadrilaterali sono inutili e anzi controproducenti ai fini della fiducia del mercato, se questi non portano ad un risultato eclatante.

Oggi leggo che la Merkel ha deciso che nessuno uscirà dall’Euro…………ahaahhahaha.

Ma chi è la Merkel per deciderlo. Ha forse la soluzione? Bene la dica al mercato siamo tutti orecchi per ascoltarla.

A domani

Sperando che Angela sogni un cavaliere di nome Mario Monti che la porti via con se con un cavallo bianco.

Categories: Crisi Euro

One Response so far.

  1. Anonymous ha detto:

    3 euro che in realtà sono i vecchi 0.3 ante accorpamento valore da non dimenticare…Questa mi puzza come il + grande movimento speculativo di tutti i tempi per un riassetto dei poteri forti a scapito degli azionisti..scommetto che a bufera finita non sarà impossibile rivedere i 10 eurini…ciao Maurizio

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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