MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Ieri girando per Twitter (potete seguirmi anche lì) ho catturato un bellissimo articolo che spiega molto bene le differenti politiche adottate dai Paesi nel corso della crisi degli anni ’70. Vi prego di leggerlo molto bene perché attraverso esso possiamo farci un’idea
più chiara di quale sia la posizione tedesca ad oggi, in merito alle misure da attuare nell’area Euro.

L’articolo è: Perchè siamo più poveri?

Ma il passaggio che vi prego di focalizzare è il seguente, riferito ovviamente agli ’70:

“La differenza fra Italia e Germania è che la seconda non stimolò la domanda interna. Il governo non tagliò le tasse, non aumentò la spesa pubblica, in altre parole non inseguì l’adeguamento dei salari all’inflazione. I tedeschi strinsero i denti, in alcune fabbriche, pur di tenerle aperte, si facevano delle ore di lavoro gratis. La Bundesbank, la Banca Centrale Tedesca, proseguì nella sua lotta all’inflazione, che alla fine fu vinta: l’inflazione (divenuta addirittura deflazione nel 1986), salvo brevi picchi, rimase attorno al 3% fino ai giorni nostri, e i salari, a differenza che in Italia, si adeguarono al nuovo costo della vita molto in fretta: ancora oggi i tedeschi stanno meglio degli altri.
È in ragione di questo successo che la Banca Centrale Europea ha ereditato lo statuto della Bundesbank, ed è per questo che l’euro ha funzionato e funziona per quello che serve. Purtroppo gli altri Paesi (specie quelli mediterranei, guarda caso quelli cattolici) non hanno ereditato le pratiche fiscali e la luterana dedizione al lavoro dei tedeschi, e per questo ci troviamo in questa maleodorante landa di produzione intestinale equina”.
L’articolo oltre a rifarsi in qualche modo agli anni ’70, (argomento questo che avevo intuito già due anni fa), focalizza meglio di chiunque altro qual’è il vero motivo per il quale la Germania ha mantenuto fino ad oggi una posizione rigida e avversa, alle politiche quantitative adottate dalle altre banche centrali. 
Ai più attenti, nell’articolo che ho scritto sabato, “basta cazzate!!!”, non sarà sfuggita certamente un’immagine con una banconota da 20 mld di DM risalente al 1930. 
Ebbene la Germania non ha mai dimenticato quel periodo, nel quale l’iperinflazione divorava di ora in ora il potere di acquisto della moneta. Da allora la Bundesbank, ma al tempo stesso l’opinione pubblica tedesca, ha visto nell’inflazione il pericolo numero 1 da combattere.
Oggi alla Germania viene chiesto di:
  1. Modificare lo statuto della Bce, che, come letto sopra si attiene ai principi della Bundesbank.
  2. Applicare misure quantitative espansionistiche sulla moneta, che significa ipotecare a lungo termine un’inflazione più elevata, se non ben controllata dalla Banca Centrale.

Insomma non ci troviamo di fronte ad un problemino da poco e non ci dobbiamo nemmeno meravigliare se da qualche parte d’Europa siano entrate in funzione le stampanti per creare il Super Marco.

Gli Usa, la Gran Bretagna e la Francia, stanno chiedendo alla Germania un qualcosa che per essa è contro natura. 
Per la Merkel, accettare i nuovi imput monetari significa sputare addosso a quei principi che hanno reso la Germania la numero 1 al Mondo in termini di efficienza, serietà e stabilità.
Con questo ci dobbiamo misurare, e non con gli interessi patriottici o le bizze del momento. 
Per il 9 dicembre pertanto non darei niente per scontato.
Scusate, ma una volta tanto ho provato a ragionare da tedesco, che potrebbe servire di più al fine di tutelare le nostre risorse, piuttosto che comportarci da bambini capricciosi. 
Grazie e per chi volesse contribuire è pregato di guardare un pò di pubblicità.
Categories: bce, Crisi Euro

7 Responses so far.

  1. Claudia ha detto:

    Io farei leggere il tuo articolo agli iscritti alla Fiom, soprattutto il finale che riporto:<br /><br />&quot;…una volta tanto ho provato a ragionare da tedesco, che potrebbe servire di più al fine di tutelare le nostre risorse, piuttosto che comportarci da bambini capricciosi.&quot;<br /><br />Pensa che in tempi &quot;normali&quot; se uno faceva questo tipo di considerazioni era catalogato

  2. Anonymous ha detto:

    Perche&#39; adesso il problema secondo te e&#39; solo la FIOM ?<br /><br />Signori L`Italia e&#39; marcia e fallita da un pezzo ed e&#39; ora di prenderne atto, senza strillare e biscicare scuse.<br /><br />La casta non sono 500 parlamentari ma piu&#39; del 50% della popolazione.<br /><br />Vorrei vedere a ruoli invertiti quali sarebbero le affermazioni degli italiani, magari proprio quelle di

  3. Anonymous ha detto:

    dedizione luterana al lavoro, ok… ma comunue in italia esistono condizioni di lavoro anche peggiori che in germania, con moltissima gente che fa ore di straordinario a gratis e resta in ufficio fino alle otto per fare piacere al padrone, spesso in piccole ditte a conduzione familiare.<br /> tedeschi hanno il culto del proprio tempo libero e del fine settimana e non hanno la mentalità da schiavi

  4. Anonymous ha detto:

    Leggo default dell&#39;Italia e non solo anche in twitter(CON BLOCCO CONTI IN BANCA). Che ne dici? Stiamo dando numeri?<br />Beatrice

  5. Anonymous ha detto:

    in Germania c&#39;è, lo dico perchè li conosco, il senso dell&#39;appartenenza a una comunità, unita e compatta. Se lo Stato parla a popolo e gli chiede dei sacrifici, TUTTI li fanno. Qui invece abbiamo singoli casi di persone fruttate che fanno la fortuna dei singoli datori di lavoro. è molto diverso. Noi italiani, per la ns storia frammentata, non ci sentiamo un popolo unito, non vediamo lo

  6. the hawk ha detto:

    Ho letto l&#39;articolo, ma credo che ci sia scarsa verità.<br />Faccio un esempio pratico: <br />Io fornitore devo incassare 100 mila euro dallo stato con scadenza 31/12/2011.<br />Lo stato non mi può assolutamente pagare con 100 mila euro nominali di Btp trentennale. Dovrà pagarmi caso mai con il controvalore attuale in buoni trentennali. <br />Nel caso considerasse i 100 euro del 2037, come

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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