MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

La scena più divertente che ho visto al vertice trilaterale di oggi è stata quando i tre si sono presi per mano, con la Merkel che chiedeva a Sarkosy di elevare le braccia al cielo, con quest’ultimo che forzava verso il basso e con successo la mano della cancelliera.
Sembrava quasi un incontro di pace forzato, tra il Presidente israeliano e il rappresentante palestinese ai tempi dell’era Bush figlio. 
Giustamente questa sera, il Presidente francese aveva ben poco da festeggiare. Uno Sarkosy così scuro in volto non l’abbiamo mai visto, tanto da legittimare pienamente le indiscrezioni secondo le quali lo davano per furioso al suo ritorno. 
A mio modesto parere alla conclusione di questo vertice Sarkosy ha visto apparire in un nanosecondo tutti i fantasmi che più lo tormentano da qualche mese a questa parte, come il probabile declassamento e la sconfitta elettorale, oltre al malcontento popolare, che in Francia potrebbe causare più di qualche problemino rispetto a paesi più pazienti dell’Unione, come il nostro. 
Il vertice ha concluso con un comunicato nel quale entro il 9 dicembre verranno fatte delle proposte comuni per salvare l’area Euro. 
Sarkosy vuole una Bce in stile Fed, Monti e Merkel no. 
Monti e Sarkosy vogliono l’Eurobond, la Merkel no.
Cambiare lo statuto della Bce non ha senso, in quanto, la nostra banca centrale può dar luogo al QE in caso di autorizzazione congiunta degli stati Ue.
Quindi il cavillo sta proprio nel fatto che la Germania non dà l’imput necessario, che ad agosto avvenne sotto pressione della Bce stessa, per intervenire sui titoli italiani e spagnoli.
(Pazzesco e scandaloso come all’affiorare di un minimo di fiducia sui nostri titoli la Buba invitasse esplicitamente la Bce a smettere di comprare i nostri titoli. Questo è avvenuto anche dopo e soprattutto l’insediamento di Monti. Quasi una volontà della Germania a creare incertezza. Stessa cosa sui titoli spagnoli dopo l’esito elettorale).
Da quel poco che si è capito dal vertice è nato l’impegno ad attuare una convergenza fiscale dell’Unione, e questo potrebbe essere un passo davvero importante in favore delle politiche quantitative necessarie a ridare fiducia ai mercati e soprattutto liquidità. Solo dopo la certezza di questa convergenza la Merkel potrebbe valutare i buoni di stabilità (eurobond).
Il problema è che i mercati sembrano aver fretta (come avevano fretta due settimane fa con l’Italia), aumentando sempre più le scommesse in favore di una deflagrazione dell’Euro. 
La pazienza di Sarkosy sembra esaurita. L’Italia è un punto interrogativo non da poco mentre la Germania questa volta sembra davvero inflessibile sulla sua linea, quasi a confermare la volontà di uscire.
L’area Euro quindi sempre più vulnerabile, ad eventuali uscite infelici da parte di capi di stato, alimentare comprensibilmente dal malessere sociale interno. 
In questa situazione come preferisco comportarmi?
Innanzitutto è doveroso prevedere due scenari
Scenario A: forte coesione politica tra i paesi Ue con l’avvio delle politiche quantitative necessarie.
Scenario B: continuo contrasto tra le parti con inevitabile deflagrazione dell’Euro e ritorno ai cambi di origine. 
Sia nello scenario A che B credo che il mezzo più pericoloso sia quello della liquidità.
I bond nel caso dello scenario B, rivelerebbero tutta la loro precarietà a seconda dei paesi di origine. Per fare un esempio un titolo italiano, nel caso di ritorno alla Lira, potrebbe essere pagato in nuova valuta. Ovviamente la liquidità si trasformerebbe immediatamente nel nuovo cambio, con effetti devastanti sul potere d’acquisto. 
Sempre nel caso B il settore equity, che rappresenta un valore reale, sarebbe lo strumento più protettivo in termini di potere di acquisto insieme ovviamente al mercato immobiliare. Non credo che per dimostrare questo debba dare molte spiegazioni. Ovviamente sto parlando di equity che non appartengono al settore finanziario, che a sua volta potrebbero subire gli effetti della deflagrazione. 
E’ altrettanto chiaro che lo scenario A vedrebbe ripagato sia l’investimento in equity che in bond, soprattutto quelli appartenenti alle aree più depresse, che al momento scontano anche se parzialmente, lo scenario B.
I bond infatti ripagherebbero la scelta, in quanto i tassi vedrebbero un livellamento verso il basso con drastica riduzione degli spread.
L’equity perchè tale scenario sarebbe espansivo per l’economia, con le banche che beneficerebbero della rivalutazione dei bond. Ad oggi questo sembra una chimera, visto che l’Europa politica di americano ha il 1929 e nient’altro.  
Lo scenario peggiore, che fin qui non ho ancora descritto è quello nel quale l’agonia si prolunghi per oltre  12 mesi, in quanto non oso pensare agli effetti negativi che avrebbe sulla crescita e quindi sulla solvibilità dei paesi, compresa la Germania. 
Se guardo alla curva dei tassi, direi che l’ipotesi del prolungamento dell’agonia sia molto remota. 
In questi giorni infatti possiamo osservare come un titolo a due anni italiano o spagnolo esprima un rendimento superiore a quello con scadenza a dieci anni ed oltre. 
Purtroppo non possiamo dare per scontato lo scenario A. Questo è evidente. Siamo nel bel mezzo di una guerra finanziaria, dove ogni paese dell’Unione ha il coltello fra i denti, al fine di lottare fino all’ultima forza, in favore dei propri interessi. 
Per oggi credo di aver concluso. 
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Credo che lo stato di malessere sia comune, ma in questi casi l’arma migliore è cercare di far prevalere la positività. 
La negatività, l’odio e il disfattismo portano solo all’autodistruzione. 
Grazie
Categories: Crisi Euro, Scenari

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  • Nassim Taleb

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