MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!





Non c’è cosa peggiore che partire al rialzo, con l’illusione che tutto il peggio sia dietro alle spalle, e ricadere con velocità supersonica nello sconforto che ha accompagnato gli investitori dai primi di agosto. Questo genera inevitabilmente la situazione di panic selling, la quale ha poco a che vedere con la logica delle cose.


Ormai i mercati stanno scontando ampiamente il fallimento della Grecia. Ogni giorno che il mercato passa vivendo nel dubbio è deleterio.


Default della Grecia significa iniziare una volta tanto a far pulizia e chiarezza a vantaggio di quei paesi “solvibili” e dell’Euro stesso.


Il problema è che questi “capoccioni” ci hanno messo oltre un anno a capire quale fosse la soluzione più giusta.


Attenzione però: con i poteri oggi a disposizione della Bce, un default greco, anche se pilotato, finirebbe per trascinare di seguito altri paesi sull’orlo del precipizio, a meno che la Cina non decida di spendere 1000 mld per comprare titoli di stato di Italia, Spagna e perchè no, anche di Francia.


Che la Cina sia orientata a diversificare le proprie riserve è cosa ormai nota, visto anche l’importanza di un partner commerciale come l’Europa nel suo insieme. Tuttavia quest’ultima dovrà dimostrare di essere coesa nell’affrontare con determinazione un processo di cambiamento politico e finanziario, al fine di garantire la robustezza richiesta.


Come vado ripetendo da mesi e mesi, fino a che la Bce non sarà in grado di stampare in propria autonomia nemmeno un centesimo di euro, anche il fallimento di uno Stato che pesa poco più del 2,5% del pil europeo, potrebbe rappresentare un buco nero in grado di inghiottire un paese ben più grande e assai più virtuoso. 
Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che, nonostante lo storico declassamento degli Stati Uniti da parte di S&P, assistiamo ancora oggi a rendimenti sui decennali americani all’1,93% e il tutto contornato da un Dollaro forte, alla faccia del QE3 in arrivo. 
E pensare che negli Stati Uniti, contrariamente all’Europa, di politiche di austerità non se ne vede neanche l’ombra.
Quasi quasi potrei pensare che la speculazione sull’Euro, nasca là dove si voglia nascondere i problemi di casa propria, ma non voglio essere così malizioso. 
Cosa ne sarebbe stato se insieme al downgrade degli Usa, anche il Dollaro avesse preso la strada della svalutazione? 
Con molta probabilità ci sarebbe stata una corsa a disinvestire sui bond Usa. 
Tutto questo non è avvenuto solo e grazie alla possibilità della Fed di poter controllare al meglio la propria moneta. 
Nel momento di estremo pericolo la Fed ha infatti drenato la liquidità necessaria per frenare qualsiasi iniziativa contraria al Dollaro e tale compito è stato più che facilitato dall’impotenza evidenziata dalla nostra Europa, che ha visto la nostra moneta subire le ondate speculative, sciogliendosi come neve al sole. 


A questo punto ogni parola ulteriore è superflua, mentre attendo con estrema serenità e pazienza, prossimi comunicati dall’Ue, che risaltino la volontà di convergere verso una maggior autonomia della Banca Centrale. 


Se guardo agli interventi della Bce sul mercato secondario, infatti, mi scappa proprio da ridere. Cosa che invece il nostro Homer Simpson ha perso da tempo. Cercate voi di fargli ritornare il sorriso. 

Categories: bce, Crisi Euro, QE

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