MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Le ultime vicende della Bce mi stanno appassionando come mai prima d’ora.
Come ho detto in questa settimana, l’Euro così com’è, rappresenta uno zombie (l’Euro è morto) che cammina verso la meta del fallimento certo.
Per trovare un colpevole di tutto ciò non è facile. Dovremmo forse risalire alle origini del trattato di Maastricht, al taroccamento dei conti greci, oppure alla troppa fermezza della Bundesbank, che nel giro di pochi mesi ha svelato il proprio volto, prima con le dimissioni di Weber (in contrasto con la politica della Merkel) e in ultimo con quelle date ieri dal rappresentante tedesco Stark all’interno della Bce.
Proprio mentre sto scrivendo sono caduto su un articolo del Sole 24 Ore, che sembra la fotocopia esatta del mio pensiero del quale i miei lettori riconosceranno la mia buona fede, visto come ho esordito ieri, alla notizia delle dimissioni di Stark, che potete leggere nel post precedente. L’articolo del Sole 24 Ore è il seguente:
La Bce cambia pelle.
E’ un piacere essere in sintonia, non tanto per pretendere di aver ragione, quanto per il fatto di non essere ancora rincoglionito.
Proprio ieri dicevo che la Merkel si sarebbe trovata ad un bivio, svelando finalmente la propria identità europeista. “Prendere o lasciare. Secondo me prende” riferito alla Cancelliera tedesca. Come leggo oggi, sembrano sempre più insistenti le voci secondo le quali il sostituto di Stark non sarà scelto all’interno della Bundesbank, bensì dal Ministero delle Finanze.
Quindi 1-0 e palla al centro. Ma veniamo a noi……..


Come dicevo, è difficile scoprire l’assassino dell’Euro, visto che con molta probabilità sono più di uno. Tuttavia ritengo alquanto inutile scovarlo al fine di salvare il fratello gemello, agonizzante, scampato all’omicidio.


Innanzitutto è doveroso fare una premessa:


Se muore anche il fratello gemello dell’Euro non ce n’è per nessuno. Dal Portogallo alla Germania.


Se guardiamo ai debiti totali dei vari paesi, privati e pubblici, ci accorgiamo che Germania (274% sul Pil), Italia (298% sul Pil) e Francia (308% sul Pil) sono sulla stessa barca. La Germania nell’ultimo anno ha migliorato leggermente la sua posizione, ma non in un modo tale da essere considerata la verginella dell’UE. Ad una forte crescita dell’economia tedesca ha senza dubbio contribuito un virtuosismo dei tassi sul debito, che ad oggi trovo incoerente con i numeri e con le politiche monetarie efficaci.


A proposito della vergine Germania ritengo estremamente interessante il post di Mazzalai :


GERMANIA VIRTUOSISMO OCCULTO


Chissà cosa sarebbe successo se la Fed, a partire dal 2009, non avesse deciso di acquistare bond nella misura necessaria all’abbassamento dei rendimenti?
Quasi sicuramente gli Stati Uniti avrebbero visto schizzare il tasso per finanziare il debito, con conseguenze sullo stesso ancora più gravi, mentre la crescita vista nel 2009 e soprattutto nel 2010 sarebbero stati dei lontani miraggi.


Purtroppo questa ipotesi è accaduta a noi “europei meridionali”, con l’aggiunta dei conti falsi della Grecia.


La Bce, non ha fatto altro che riflettere le spaccature di pensiero all’interno della Ue, con la verginella Germania (purtroppo questo senso di superiorità non lo perderanno mai) timorosa di perdere quelle virtù solo a lei riconosciute dal mercato, come la crescita, il sistema pensionistico, la bassa evasione, l’etica e la serietà professionale.
Nel caso in cui la Bce avesse adottato una politica uguale alla Fed i livello degli spread sarebbe stato quasi inesistente, ma ciò non poteva avvenire per diverse ragioni, fiscali, politiche e costituzionali.


Detto questo la Bce è intervenuta senza influenzare l’andamento dei tassi di mercato, cosa che invece la Fed ha fatto chiaramente. Ciò è bastato alla speculazione per capire quali fosse le falle da cavalcare e quali invece quelle da scansare.
E’ interessante notare come a marzo del 2011 gli asset in mano alla Fed fossero di oltre 3000 mld di dollari, contro i 2000 mld di euro scarsi della Bce. La Fed infatti è intervenuta massicciamente, stampando moneta e abbassando i tassi, la Bce NO.


E’ anche vero che se la Bce fosse intervenuta in stile Fed avrebbe legalizzato le politiche viziose di alcuni stati come Grecia, Portogallo e Irlanda. Tuttavia questa assenza di interventismo ha allargato ulteriormente le falle e ad oggi il tutto sembra irreparabile se non verranno intraprese politiche radicalmente diverse, dando una lezione al mercato da una parte e aiutando gli stati salvabili dall’altra.


Il default della Grecia o l’espulsione dall’Euro della stessa, potrebbe essere un esempio di stabilizzazione se ciò dovesse essere seguito da interventi indiscriminati sul mercato in stile Fed con l’avallo di tutti i paesi dell’area. La Grecia adottando la Nuova Dracma non recherebbe ormai danno a nessuno se non per coloro (veramente una minoranza) che hanno depositi liquidi sul conto corrente di banche greche (magari se hanno qualche titolo rappresentativo di asset se la passerano pure meglio di noi). In ogni caso un salvataggio, non farebbe gridare allo scandalo, in quanto l’economia ellenica non arriva a rappresentare il 3% dell’Ue, contrariamente all’Italia o alla Spagna che insieme pesano per il 25% abbondante.

Detto questo la soluzione è molto semplice arrivati a questo punto

Interventismo della Bce con dichiarazione della stessa di voler livellare il differenziale tassi. Un passo intermedio potrebbe essere l’emissione di Eurobond, sui quali la Merkel dovrà presto ricredersi, se non vorrà mandare in bancarotta, non tanto l’Europa, ma il proprio sistema finanziario interno. Almeno questo mi era sembrato di intuire dall’esito ufficiale di luglio in tema di EFSF, il cui rafforzamento sarà votato dal parlamento tedesco il 29 di settembre.
Così com’è anche il fratello gemello del vecchio Euro non sopravviverà.


L’unica speranza pertanto è che all’interno della Bce ci sia stato davvero un cambiamento di posizione tale da far presto ricredere i mercati.


Dovremo pertanto passare da una svalutazione, da un’inflazione più elevata, da tassi reali negativi, da grandi lotte politiche interne, ma non potremo certo permettere all’Euro di morire una seconda volta.


Il tutto rientrerà in quel livellamento che ci richiede da tempo la globalizzazione, alla quale non possiamo più chiudere le porte.


Un augurio di “BUONA STAMPA” quindi anche alla Bce

Per chi contribuirà direttamente al blog invierò le proiezioni del quarto trimestre, entro il 30 di settembre.Potete anche cliccare sulla pubblicità per aiutare il blog Potete anche cliccare sulla pubblicità per aiutare il blog 
Ecco qui le proiezioni del TERZO TRIMESTRE che avevo inviato al 30 di giugno.





FATE ALMENO RITORNARE CONTENTO IL NOSTRO HOMER SIMPSON

Categories: Crisi Euro, QE

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