MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!


Come ormai molti sapranno gli Usa hanno rallentato il tasso di crescita, nonostante che il QE2 debba ancora terminare con il mese di giugno. Il dato di un rialzo del Pil dell’1,8 annualizzato nel primo trimestre 2011, contro un precedente 3,10 di per sè non pregiudica niente, in quanto rientrerebbe in una normalissima dinamica di un ciclo economico positivo.
Tuttavia se guardiamo attentamente il grafico, possiamo intuire come i due picchi di crescita post-recessione, si siano sviluppati in piena fase di QE1 e QE2, con quest’ultima che sembra aver prodotto effetti positivi assai inferiori. Le cause della minor crescita in periodo di QE2 non vanno ricercate nell’incapacità della Fed, ma soprattutto nel venir meno di alcuni incentivi statali, come il credito d’imposta sugli acquisti degli immobili, tanto per fare un esempio.
Molti pensano, primo fra tutti Pimco, che in assenza di un QE3, il mondo dei bond sarà destinato ad esprimere tassi più alti. Questo è vero, ma solo in parte.
Il quantitative easing, fino ad oggi, ha permesso all’amministrazione Usa di perseguire una politica di bilancio assai espansiva, che ha portato il debito pubblico a livelli insostenibili, in assenza di un cambiamento di rotta immediato. La Fed, infatti, acquistando Bond in emissione, ha compresso i tassi sia a breve che a lungo termine.
Il debito pubblico Usa ad oggi ha raggiunto il 95% del Pil, mentre il deficit è al 9%. Con questi numeri, in assenza di una politica di rientro credibile e senza gli aiuti della Fed, i tassi saranno destinati a salire con effetti fortemente negativi.
Sul QE3 non ci farei affidamento, sarebbe troppo imbarazzante per tutti, soprattutto per la stessa Fed, ma la stessa sarà obbligata ad adottare (magari dopo un trimestre sabbatico) un QE2 e mezzo, al fine di accompagnare una politica di rientro del deficit non troppo traumatica, visto che nel novembre 2012 si voterà per il secondo mandato e su questo non credo che Obama vorrà perdere la faccia.
Sul fronte della crescita americana, comunque, le aspettative che ho letto in molte view di famose case di investimento, saranno destinate ad essere deluse, mentre sempre più i mercati emergenti rappresenteranno il serbatoio grazie al quale (forse) potremo evitare una nuova recessione…la famosa double dip.

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Categories: dati usa, Scenari

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