MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

E’ una software House che produce applicazioni di livello professionale in campo di video scrittura, video e fotografico. Lo storico cavallo di battaglia è senza dubbio il formato di documento PDF, concepito per creare e diffondere documenti compatibili con molti sistemi operativi oggi diffusi. Nel corso del 2005 Adobe si è rafforzata attraverso l’acquisizione di Macromedia e Flash Player, diventando leader nel settore delle applicazioni video.
Per avere un idea di cosa sia Adobe, pensiamo per un attimo a tutte le applicazioni che riguardano il campo delle immagini, dai computer e fotocamere ai più recenti smartphone.
Google ad esempio ha scelto il software Adobe Content Server 4 come soluzione per la protezione dei contenuti dei libri elettronici per il suo Google eBooks. Con Google, sono oltre 200 gli editori e distributori mondiali che hanno implementato Adobe Content Server, divenuta perciò la soluzione DRM (Digital Rights Management) più diffusa per gli e-book e le altre pubblicazioni digitali. Non mi soffermo ulteriormente quindi sulla presentazione della società in questione, in quanto basta per un attimo soffermarsi a riflettere per capire l’utilità del suo lavoro, nella vita di tutti i giorni.
Adobe System è quotata al Nasdaq e capitalizza circa 16,4 mld di dollari a fronte di un fatturato di 3,8 mld che nel 2010 ha prodotto un utile di 774,6 mln. Il rapporto prezzo utili pertanto ammonta a 21 circa.
Le spese sostenute per la ricerca sono pari al 18% del fatturato, ammontando quindi a circa 680 mln.
La quotazioni attuale è pari a 3 volte il valore di libro, mentre i debiti ammontano a 3 mld circa, producendo quindi un rapporto debiti/patrimonio, ben equilibrato di 0,56. Inoltre si registra un indice Z-Score di Altman ben superiore ai 3 punti, il che sta ad indicare, secondo la regola, possibilità di fallimento nulle.
Negli anni passati la società ha dimostrato di non essere allergica alle acquisizioni, al fine di mantenere la propria leadership sul mercato. Tuttavia, credo che i prossimi due anni saranno vissuti all’insegna del consolidamento. I rapporti di patrimonializzazione tuttavia sono tali che la società, caso mai si presentassero occasioni per crescere dall’esterno, non si troverà impreparata.
Questa politica ha permesso ad Adobe di portare il fatturato dai 2,5 mld del 2006 ai 3,8 mld el 2010, mentre l’utile è salito da 505 mln a 774, senza intaccare il margine.
Osservando il grafico degli ultimi due anni possiamo vedere come dal massimo di 38 dollari, il titolo abbia intrapreso una correzione il cui esaurimento è avvenuto proprio in prossimità del 50% del rialzo, a quota 27 circa. La reazione ha permesso in questi giorni un superamento confermato della media a 200 gg, con impercettibile rottura del trend secondario ribassista.
In termini di forza comparativa, rispetto agli indici ci sono segnali positivi nei confronti dell’Eurostoxx50, mentre permane incerta se guardiamo al Nasdaq.
Il quadro degli indicatori registra un sensibile miglioramento sia sul breve, dove permane direzionalità rialzista definita, che sul lungo. In quest’ultimo caso la direzionalità è pressochè nulla, in quanto stiamo vedendo i minimi storici di detto indicatore.
Le principali resistenze sono situate a 33 dollari e 38 dollari, mentre un supporto da considerare lo troviamo a 29,50.
I volumi attualmente stanno muovendo sotto la media. Il picco degli scambi ha coinciso comunque con la violenta reazione avvenuta tra settembre/ottobre 2010.

Questa società, la trovo piuttosto interessante per le seguenti ragioni:

  1. Buona posizione strategica in un settore a crescita costante.
  2. Discreta redditività.
  3. Buoni coefficienti patrimoniali.
  4. Sufficiente forza comparativa rispetto agli indici.
  5. Elevati investimenti in ricerca, con buone possibilità di innovazioni future.
  6. Bassa volatilità di lungo periodo.
Categories: Analisi Titoli

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  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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