MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Che la Fed abbia perso di credibilità, a differenza della Bce, è ormai sotto gli occhi di tutti. Due-tre mesi fa diceva che alzare il target dell’inflazione sarebbe stata una mossa fuori luogo e invece……
Beccati il Q2………..e guarda caso si comincia a temere Irlanda, Portogallo e Grecia………”caccole” a confronto del deficit tendenziale americano. Si fa credere che il pericolo sia in quei paesi, per meglio attirare ancora capitali sui Bond Usa………..almeno fino ad oggi il giochino sembra essere stato questo. L’Europa dal canto suo, pare che abbia utilizzato solo briciole del fondo di 750 mld stanziato in Primavera 2010, a conferma che i mercati sotto sotto, sembrano fidarsi più della politica Bce che della Fed, grazie e sopratutto all’azione di rigore della Germania.
Si voglia o no comunque il pallino in mano ce l’ha la Fed e non la logica, visto che il problema, essendo talmente grosso, è più per il creditore che per il debitore.
Io per primo in passato avevo paragonato la situazione Usa a quella del Giappone, ma ai fini statistici rappresenta un campione insufficiente. Molti, di questa analogia ne fanno il cavallo di battaglia, seguendo da tempo con il paraocchi, uno scenario certo, indipendentemente dagli eventi e dalle mosse attuate.
Con il passare del tempo (che sempre dà un aiuto a chi porta pazienza) ci si accorge che le differenze, tra quanto sta accadendo oggi e quanto vissuto dal Giappone, sono piuttosto evidenti.
Fra le più importanti vi è senza dubbio lo scenario internazionale, sia da un punto di vista politico che economico. Pensiamo per un attimo cosa hanno rappresentato gli anni ’90 sotto il punto di vista politico e sociale. Facciamo memoria del peso economico che certi paesi avevano in quegli anni e a ciò applichiamo la poca trasparenza delle autorità giapponesi nel dichiarare il proprio male.
Oggi ci troviamo difronte ad un mercato globale, cresciuto nelle aree, una volta considerate più deboli (Bric), le quali da sole rappresentano oltre il 70% del Pil americano.
Il Giappone poteva forse contare sugli Stati Uniti? Difficile se pensiamo che aveva già mopolizzato l’export verso quell’area, mentre al suo interno i consumi crollavano.
I consumi crolleranno in America? Per il momento si cerca di farli vacillare (grazie ai debiti statali), ma le multinazionali stanno nuovamente esplorando una seconda giovinezza sotto l’aspetto dell’export.
Questa a mio parere rappresenta una grande differenza.
Ci troviamo quindi la Fed a stampare moneta a go go, alla faccia della non rivalutazione dello Yuan e della competitività cinese. Forse erano 70 anni che una politica protezionista così accentuata non si vedeva…..altro che dazi.
Stampa stampa, svaluta svaluta, prima o poi a qualche cinese verrà il prurito per qualche affare da condividere con gli americani in terra a stelle e strisce. Ai giapponesi dobbiamo dare il merito di aver distribuito ricchezza, ai cinesi NO. Chi conosce il contesto cinese, sa che mal volentieri fino ad oggi, vi è stata distribuzione di ricchezza al di fuori del loro credo, in quanto l’obiettivo sulla carta è la crescita del Paese, annacquato solo in minima parte dal capitalismo individuale.
Personalmente il deficit statale americano mi preoccupa vicino a zero. Non perchè io creda che lo Stato sia solvibile, anzi….semplicemente perchè la Fed non chiederà mai il rimborso effettivo del debito sottoscritto, almeno per quella misura necessaria a far galleggiare l’inflazione su livelli accettabili. E se quindi la Fed stralciasse parte dei nond sottoscritti? Gridereste allo scandalo? Ma figuriamoci. Questo non sarebbe altro che la fuoriuscita della moneta stampata, nella misura, come detto prima, necessaria ad un’inflazione salutare per la crescita economica.
Condivisibile o no, credo siano queste le intenzioni della Fed.
Riguardo agli effetti collaterali non sono in grado di quantificarli. Unica cosa che mi sento di dire è che il tenore di vita dei paesi occidentali è sulla via del livellamento con quelli dei paesi emersi (ex emergenti).

Categories: fed, Scenari, Usa

5 Responses so far.

  1. Anonymous ha detto:

    Probabilmente anche questo G20 servirà solo a servire qualche buon boccone agli invitati….<br />Tu pensi che stavolta i mercati azionari periferici siano alll&#39;inizio della debacle e fra poco (magari lunedì) si ripartirà? Potrebbero scatenare difficoltà anche nei mercati più &quot;sicuri&quot; (dax …) ? L&#39;oro e le commodities sono a livelli incredibili…<br />Grazie per un tuo

  2. andrea ha detto:

    Io credo che Irlanda e Grecia siano quelle più preoccupanti, sotto l&#39;aspetto della solvibilità, anche se la prima ritornerà sul mercato non prima di Aprile, tempo sufficiente per gli investitori a dimenticare le preoccupazioni, visto la memoria corta che hanno. L&#39;oro e le commodities sono andate oltre le mie stime massime, ma dire che siano in bolla è fuori luogo per il semplice fatto che

  3. Anonymous ha detto:

    io sono fuori dalle materie prime,non so veramente se pentirmi o andare verso l&#39;equity e basta;sembra che oro o argento inoltre non vogliano più fermarsi (vedi etf). Sbagliare ora non so se diventi fatale. LUCIANO

  4. Anonymous ha detto:

    Tra i bond, consideri anche quelli dei paesi emergenti? Grazie. Beatrice.

  5. the hawk ha detto:

    Quelli emergenti non sono poi così facili da trattare se non attraverso fondi ad alto rating. Franklin Thempleton ha molti comparti riguardo a questo campo, ma la volatilità negli ultimi tempi è simile a quella di un azionario, visto e considerato che le valute in generale presentano una volatilità inaudita. Personalmente preferisco rimanere sul reddito fisso in Euro, in quanto dobbiamo ragionare

  • Nassim Taleb

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