MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Anche in passato i movimenti artistici sono stati simbolo di contestazione.
Spesso per esprimere l’introduzione di cambiamenti della società oppure nel modo di produrre le proprie opere, spesso perché l’avanguardia non era recepita ed apprezzata al pubblico, ancora legato al vecchio.
Generalmente ogni cambiamento, ogni movimento artistico si è scontrato col “debutto” ;si pensi appunto ai macchiaoli, agli impressionisti.
Oggi invece non c’è bisogno di entrare a far parte dei refuses , anzi più crei o pensi le cose più assurde o strane e subito diventi un artista super quotato.
Perché oggi si diventa scultori anche senza aver mai tenuto uno scalpello in mano.
Proprio notizia di queste ore è la nuova opera presentata a Milano installata davanti a Piazza affari , raffigurante una mano con le dita mozzate tranne il medio.
Opera realizzata in marmo di Carrara e piedistallo di travertino, per una altezza di circa 11 metri.
Provocazione evidente ad un contesto sociale, ma sebbene tale gesto venga oggi mostrato in televisione, talvolta anche da personaggi autorevoli o di spettacolo, trovo che comunque rimanga un gesto volgare.
Così vedendolo mi è venuto spontaneo pensare a tutto quel marmo sprecato.
L’opera è stata realizzata presso gli Studi D’arte di Franco Barattini . Il montaggio è effettuato con maestranze degli Studi d’Arte Cave Michelangelo e della Baldini srl di Carrara. Direttore tecnico di cantiere è l’ingegner Antonio Baldini e anche il professor Luciano Massari ha seguito costantemente ogni operazione.
Ma cosa accomuna, lo scultore di oggi con lo scultore di ieri?.. forse solo una cosa, in questo caso il marmo!
Michelangelo Buonarroti,in piena epoca rinascimentale, impiegò circa tre anni per portare a termine il David , simbolo della repubblica fiorentina.
Sicuramente è la statua che tutto il mondo conosce, l’opera d’arte più bella , realizzata in marmo bianco alta oltre 5 metri.
Particolare importante da non dimenticare è che Michelangelo Buonarroti la scolpì a mano.
Invece oggi paradossalmente si definiscono scultori chi non scolpisce più, chi non fonde, insomma, è come definire un cuoco uno che non cucina.
Si certo oggi valgono le idee. Ma allora dico io non potrebbero essere realizzate opere belle e piene di fascino?
E’ proprio vero che il bello non va di moda?
Ma questo non è vero poiché tutti gli anni ci sono code infinite per vedere sia il David, come pure la Pietà e Mosè.
Come è possibile che si applauda ad un gestaccio.
Ma vediamo, in breve, anche il percorso artistico di due artisti di ieri e di oggi.
Michelangelo Buonarroti nasce nel 1475 e fin da adolescente mostra un talento ed una predisposizione per il disegno, fu così che a 13 anni ottenne un contratto presso la bottega di Davide e Domenico del Ghirlandaio, dove rimase affascinato dalle opere di Giotto e dalle opere del primo quattrocento, preferendole alle opere dei suoi maestri. Dopo questo periodo di apprendistato, che comunque gli permise di imparare una tecnica pittorica avanzata, Michelangelo, trasferitosi a Firenze frequenta i ‘Giardini di San Marco’, l’accademia sovvenzionata da Lorenzo dei Medici dove sotto la guida dello scultore Bertoldo apprende l’arte della scultura.
Da qui nasce la convinzione in Michelangelo, che lo scultore non sia un esecutore, ma bensì un ricercatore di ciò che il marmo nasconde dentro di se. Scoprire le figure le anime che già esistono dentro la materia. Il compito dello scultore è quello di riuscire a tirarle fuori, a liberarle dal peso della pietra in eccesso.
Non solo ritiene che il concetto di bellezza esteriore corrisponda ad una purezza interiore.
La crescita artistica è esponenziale, Michelangelo si muove tra Firenze a Roma. Nella capitale gli verrà commissionato da Papa Giulio II di affrescare la Cappella Sistina,(nel 1505), altro capolavoro di pittura riconosciuto in tutto il mondo.
Ma Michelangelo non era solo uno scultore ed un pittore, ma dimostrò di essere anche un architetto, quando tornando a Firenze, ricevette l’incarico di portare a termine la facciata della Basilica di San Lorenzo, progettata da Brunelleschi.
Certamente da non dimenticare il progetto che Michelangelo portò avanti quasi contemporaneamente, la Biblioteca Laurenziana.
Un percorso artistico durato una vita quello di Michelangelo Buonarroti, riconosciuto ed apprezzato in vita, grazie al lavoro costante di ricerca e di crescita.
Soffermiamoci invece sul percorso artistico del più quotato tra gli artisti contemporanei, autore della statua menzionata ad inizio capitolo, : Maurizio Cattelan.
Cattelan nasce nel 1960. Sviluppa il suo talento artistico come autodidatta, non frequentando alcuna scuola o accademia d’arte.
Inizia a far parlare di se alla fine degli anni 1980 quando presenta le prime opere protesta le quali trovano un grande consenso del pubblico.
Ne potremo citare alcune, come ‘la nona ora’ dove viene una statua di cera rappresentante il Papa, Giovanni Paolo II , abbattuto e schiacciato a terra da una meteorite.
Oppure la provocazione grottesca fatta a Milano, allorché una mattina i milanesi si videro appesi agli alberi dei bambini fantocci impiccati. Ma le installazioni di Cattelan fanno in breve il giro del modo, riscuotendo successo internazionale.
Così pure la fama è arricchita dalla creazione di pannelli con scritte e slogan di denuncia sociale. Io vorrei inoltre ribadire, che non ho niente contro Maurizio Cattelan, al quale va anzi tutta la mia simpatia e un grande applauso, perché lo reputo una persona estremamente intelligente, che ha saputo sfruttare al meglio le sue idee, riuscendo a venderle in modo magistrale.
Il mio disappunto è quando leggo sui giornali Maurizio Cattelan, grande artista poliedrico, scultore ecc…
Questo direi che non è giusto. Chiamiamolo grande contestatore, comunicatore… ma scultore no. Non è giusto rispetto a tutti gli artisti, quelli veri intendo io, quelli che sono pittori perché pitturano, agli scultori che scolpiscono, quelli che fanno studi lunghi anni per non raggiungere magari mai nemmeno un decimo della popolarità e delle quotazioni di Cattelan, nato un po’ per caso e cresciuto per provocazioni, talvolta anche di cattivo gusto.
Io sono felicissima che ci siano persone disposte a spendere tanti denari per le opere di Cattelan, sono contenta che le acquistino e le sistemino delle loro gallerie o musei, mi rallegro un po’ meno quando penso che questa sarà l’arte che vedranno le generazioni successive.
Mentre Michelangelo c’ha lasciato opere di immensa bellezza, noi 500 anni dopo non lasceremo arte alle nostre discendenze.
Allora quando leggo sul giornale, l’abbinamento tra l’opera di marmo di Cattelan e i marmi di Michelangelo, ecco che un brivido mi corre lungo la schiena, e mi domando dove è finita la bellezza ? dove è finita l’arte?.
Veronica
Categories: arte

9 Responses so far.

  1. Anonymous ha detto:

    Gentile e brava Veronica<br />l&#39;arte contemporanea non fa altro che rispecchiare la dilagante volgarità, ignoranza culturale, la maleducazione, lo zerbinaggio dei sentimenti, l&#39;appiattimento di valori morali verso il materialismo più bieco, l&#39;avidità, la cattiveria, l&#39;egoismo. E mi fermo qui.<br />Io continuo a visitare mostre, città (son reduce da Siviglia Cordoba e Barcellona)

  2. Anonymous ha detto:

    Ciao Daniele, … <br />hai ragione, ma sinceramente io credo che il fruitore debba smettere di avallare tutta la spazzatura che viene proposta :-)<br />Un sorriso e una buona domenica a te <br />Veronica

  3. Anonymous ha detto:

    Una risposta artistica adeguata ritengo sia il danneggiamento immediato di queste &quot;opere&quot;. Non lo si chiami quindi atto di vandalismo, ma si inquadri il gesto in un nuovo movimento culturale che riconosca nella &quot;contaminazione&quot; delle creazioni di Cattelan e soci un importante contributo. I fruitori dell&#39;arte, prima soggetti passivi, diventino attivi nel completare con i

  4. Anonymous ha detto:

    Dolce Veronica<br />concordo cone e meno con il dotto collega Enrico, non amo la violenza, sono per il rispetto e il diritto di criticare, ignorare, scartare certe fesserie spacciate per arte come oppio per popoli fessi<br />il problema gli è di molte eprsone e si vergognano a dire: un capisce una fava!!!<br />e fa pure cacare…..<br />io e un mi vergogno di nulla<br />bonasera…..<br />Daniele

  5. andrea ha detto:

    Stasera sulla 7 parlano proprio di questo……Brava Veronica per aver centrato l&#39;argomento

  6. Anonymous ha detto:

    E&#39; cambiata la coscienza comune rispetto al &#39;500.<br /><br />E&#39; cambiata a tal punto che oggi gli uomini non cercano più la Felicità e si accontentano di bassezze indescrivibili e gli artisti non inseguono più la Bellezza perchè non credono che possa esistere.<br /><br />E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: dalla vita meschina dei nostri adolescenti alle opere di Cattelan.<br

  7. Anonymous ha detto:

    Ciao Daniele,<br />Andrea mi ha passato la tua mail… ho provato a risponderti ma mi da errore…. Boh, al limite fatti dare la mia mail da Andrea. <br />Scrivi molto bene :-)) poi ti dico quello che penso. <br />–<br />Ciao Enrico, hai perfettamente ragione. I tempi sono cambiati e i prototipi di riferimento anche… la violenza non è mai una risposta, ma un sano dissenzo si. <br /><br />La

  8. Anonymous ha detto:

    Veronica… &quot;tanto marmo sprecato&quot; sintetizza perfettamente quello che è il mio pensiero sull&#39;argomento che hai affrontato. Davanti a ricorrenti celebrazioni di forme &quot;d&#39;arte&quot; che non comprendo mi sento spesso culturalmente emarginato, scoprire che non sono il solo a fare certe considerazioni allevia non poco quella paura della mia avversità per la bramosia di ricerca

  9. Anonymous ha detto:

    Roberto, grazie mille. Io ritengo che esprimersi educatamente offra il vantaggio di poter dire la propria opinione sempre, senza offese per nessuno, si può dissentire. Avere anche il coraggio di dire che certe cose, certe opere d&#39;arte non le capisco. Anzi vorrei che mi facessero ricredere, ma mi sa che è impossibile.<br />Non mi convinceranno mai a chiamare scultore chi scultore non lo è.

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
  • Massime dalla Finanza

    "Regola n° 1: non perdere mai denaro. Regola n°2: non dimenticare mai la regola n°1" W. Buffett

    "È meglio avere quasi ragione che completamente torto" W. Buffett

    Non è importante che tu abbia ragione o torto, ma quanti soldi si fanno quando hai ragione e quanto si perde quando si ha torto. G. Soros

    Il nemico principale dell'investitore è probabile che sia se stesso. B. Graham
  • Siti

     Consulenza Vincente



  • License e Copyright

    Licenza Creative Commons

    Il blog e i relativi post sono distribuiti con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.