MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Forse le crisi dovrebbero manifestarsi per quello che sono e non cercare di arginarle a tutti i costi. L’inondazione di liquidità artificiosa, la ricostituzione delle scorte, che ha riportato la produzione a livelli normali a beneficio principalmente di Cina e paesi correlati, sta provocando non pochi problemi ai consumatori. In un contesto di forte disoccupazione, di redditi che ancora sono ben lontani dal crescere a livelli congrui alla realtà, possiamo vedere senza tanto rumore il petrolio che sta superando livelli di resistenza importanti situati a 85. Gli ottimisti diranno che questo è sintomo di ripresa economica, i pessimisti potrebbero invece obiettare che proprio l’alto livello dell’oro nero fu una delle cause principali dell’implosione dei consumi, insieme al mercato immobiliare.
La domanda di petrolio, come ho descritto nelle mie previsioni di inizio anno, è destinata a superare l’offerta, in ottica di lungo periodo, data la minor reperibilità della materia prima, rispetto alle esigenze del mercato.
Il dato oggettivo è che sia per le imprese che per i consumatori, un petrolio in tensione causa una diminuzione sia dei margini che delle capacità di spesa. E’ di questi giorni che la benzina in Italia ha superato la soglia di 1,40, contro gli 1,15/1,09 di quindici mesi fa. Chi l’avrebbe mai detto? Personalmente mi sarei meravigliato se non fosse stato così.
Questa è la deflazione, causa della mega depressione dei prossimi anni?
Personalmente ho sempre optato per la stagflazione. Per non cadere in convinzioni controproducenti spesso mi rileggo quali siano le cause della stagflazione: La stagflazione fu così inizialmente contrastata, conformemente alla teoria keynesiana, con l’applicazione di politiche economiche inefficienti ed a volte persino destabilizzanti, improntate ad una forte espansione: gli effetti di queste scelte aggravarono, però, ulteriormente la tendenza, già presente nei sistemi economici, al rialzo dei prezzi dei beni per di più senza drastici cali della disoccupazione, come auspicato invece dai governi. Il fenomeno fu principalmente spiegato col prevalere di comportamenti di monopolio sia nel mercato del lavoro (per la rigidità dei salari), che in quello dei prodotti per la presenza di cartelli (in special modo nei mercati delle materie prime).”
La stagflazione sta interessando soprattutto l’Europa e non risparmierà gli Usa. Le cause sono da ricercare principalmente nella domanda implicita di materie prime del mercato asiatico, mentre in Occidente, l’esigenza di contenimento dei deficit attenuerà i consumi privati e pubblici. Non dobbiamo meravigliarci pertanto se guardando alle stime del Fmi si presenta uno scenario di questo genere:
“Il Fondo monetario internazionale rivede al rialzo le stime dell’economia mondiale. Nel 2010 crescerà del 4,1%, un punto in più delle previsioni fatte nell’ottobre scorso. Ma è un trend trainato dalle locomotive industriali della Cina e dell’India che tornano a svilupparsi al ritmo del 10 e dell’8%. Per l’Europa invece il Fmi prevede una crescita modesta offuscata dall’ombra della Grecia che pesa come un’ancora: le cifre sono al ribasso, appena lo 0,8% quest’anno e dell’1,4% nel 2011”. Dal Corriere della Sera.
Evitata la crisi di altra natura, è palese attendere effetti negativi da altre parti. Una crisi lasciata al suo destino, avrebbe forse ridato i giusti equilibri, dopo che un’economia basata sul consumismo sfrenato e sull’indebitamento privato all’infinito aveva oltre modo portato ad un fabbisogno di risorse insostenibile in un futuro più o meno lontano.
Non meravigliamoci pertanto se i prossimi anni saranno caratterizzati da un’inflazione preoccupante. Tutto ciò stimolerà le banche centrali a prendere decisioni inaspettate per il mercato attuale, al fine di contenere effetti i cui meccanismi sembrano già avviati senza la minima possibilità di essere controllati.
Le domande che mi sorgono spontanee sono le seguenti:
1) Quale effetto potrà avere sui deficit statali una politica mirata al contenimento dell’inflazione?
2) Quale la dinamica dei consumi pubblici per i prossimi anni? Teniamo conto che la spesa pubblica contribuisce in Europa per quasi il 50% dei consumi totali.
Tutto ciò mi spinge a considerare la necessità di salvaguardare il capitale attraverso Titoli di Stato a tripla A legati all’inflazione, abbassando parallelamente la duration. Ad inizio anno, se guardate le mie previsioni sul mercato dei bond, oltre ai titoli legati all’inflazione, consideravo titoli con scadenza decennale, oltre che quelli indicizzati al differenziale 2/10 anni. Ebbene, siamo giunti al punto che quest’ultimi due devono caso mai, dare la precedenza a titoli la cui vita non superi i cinque anni.
Per quanto riguarda i mercati azionari, ritengo estremamente importante la selezione dei titoli piuttosto che la scelta indiscriminata di indici. A livello di aree geografiche posso notare come in ottica di lungo periodo, gli indici americani e asiatici abbiano raggiunto livelli di direzionalità rialzista evidente. Stessa cosa non posso affermare per quelli europei, che da tempo vivono di riflesso. Nel breve periodo vi è molto ipercomprato su tutti gli indici. Per quanto riguarda l’indice italiano si conferma la resistenza a 23550.

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4 Responses so far.

  1. Anonymous ha detto:

    mi sembra di capire che prediligi i btpi in luogo dei cct perchè vedi riluttanti le banche centrali arialzare i tassi. é così o mi sbaglio?<br />un saluto

  2. Anonymous ha detto:

    btpi non hanno tripla A

  3. Anonymous ha detto:

    Aver &quot;raggiunto livelli di direzionalità rialzista evidente&quot; significa dunque che, aspettando qualche scarico di ipercomprato, Usa cina india (tokyo?) sono da considerare (ameno di fatti esternistraordinari) come porti che sicuramente daranno soddisfazioni; con la giusta scelta dei titoli. E, dunque, ribassi forti…difficile (oltre vhe difficile saperlo! chiaro). <br />Visti gli

  4. Anonymous ha detto:

    Tu consiglieresti di acquistare titoli legati al petrolio (saipem, maire,total…) o un etf sul petrolio?<br />Edgardo

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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