MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

In una seduta che avrebbe dovuto confermare l’ottimismo della settimana scorsa, mi accorgo che i primi tre titoli scambiati alla borsa di Milano sono in ordine: Unicredit, Telecom e Intesa San Paolo, le cui performance non sono state certo positive. A dire il vero per Unicredito possiamo già tranquillamente parlare di trend ben radicato al ribasso, in quanto le medie principali hanno incrociato al ribasso quella a 200 giorni che a 2,15 rappresenta la resistenza più importante. Il titolo in questi giorni non è riuscito nemmeno a risalire sopra la media a 21 giorni, confermando uno stato di debolezza rispetto al mercato, tale da farmi venire qualche sospetto per l’immediato futuro. Stiamo parlando infatti, del più importante titolo guida di Piazza Affari, la quale in questi giorni ha difeso le posizioni grazie a titoli i cui livelli iniziano ad essere un pò sforzati sotto il profilo della convenienza. Mi riferisco ad esempio a Tenaris e Saipem che negli ultimi tempi non hanno conosciuto sosta, grazie al Dollaro forte. Alla situazione tecnica disastrosa dei bancari possiamo aggiungere altri titoli che non sono certo da meno sotto il profilo della vera identità della nostra economia. A2A, Buzzi, Fiat, Finmeccanica, Italcementi, Mediobanca e assicurativi in generale anche se in forma minore. Fra questi credo che nei prossimi giorni, in assenza di fatti nuovi, possano nascere anche ulteriori tentativi di rimbalzi, ma nonostante ciò posso affermare con estrema tranquillità, il verificarsi di un’inversione ribassista ormai consolidata. A livello di indice generale non posso altro che constatare il forte equilibrio sulla media a 200 giorni passante a 22750. Per il momento la reazione non è andata oltre, come del resto non ho visto segnali di accelerazione della debolezza espressa fino a qualche giorno fa rispetto all’Eurostoxx 50. Chi non accenna a recuperare posizioni di forza è il mercato spagnolo, con l’Ibex ben al di sotto della soglia degli 11000 punti. Suggerisco pertanto di monitorare tale borsa, in quanto proprio da lì, eventuali perturbazioni potrebbero avere origine. Per il momento comunque, è ben visibile come i mercati siano stati risollevati per i capelli grazie al rialzo delle materie prime. I titoli che maggiormente hanno guidato la reazione, infatti, sono tutti ben correlati ad esse. A proposito di banche, questa volta la debolezza, non sembra partire dai soliti colossi europei, ma dai cosiddetti Piigs. Forse perchè in questi casi l’unica arma, in caso di problemi può essere una sincera preghierina, da rivolgere la sera, prima di coricarsi?

Sul fronte valutario proseguono le sorprese (non più di tanto) negative sull’Euro. Contro dollaro australiano siamo vicini ai minimi del 2000. Nasce sempre più la consapevolezza del bluff euro. Considerato da molti come moneta forte, ricordo che è il frutto di un mix di valute storicamente svalutate, pensando appunto ai Piigs. Se a questo favoloso cocktail aggiungiamo l’eterogeneità politica che contraddistingue l’Ue non posso meravigliarmi di future svalutazioni. Qualcuno ipotizza un ritorno del Dollaro sulla parità contro Euro. Da parte mia opto per valute più forti , come ad esempio il canadese. Qualche scettico potrà obiettare sul fatto che l’Euro significa Marco tedesco o Franco francese. Le due economie isieme pesano intorno al 60% dell’intera Ue, ma rispetto a qualche anno fa esse risultano un tantino più ferite e tali da non disprezzare un’eventuale svalutazione competitiva. Riguardo poi alla grande America devo poi sottolineare come la rivalutazione del Dollaro degli ultimi due mesi rappresenti un fattore negativo per molte società il cui fatturato riguarda anche l’Euro. Fino a qualche tempo fa la debolezza del biglietto verde aveva giocato a favore, ragione per la quale non mi attendo grandi miracoli alle prossime trimestrali.

Ai burattinai comunque, la cosa che sta più a cuore è quella relativa al mercato dei bond, visti i collocamenti delle prossime settimane. In questi giorni abbiamo visto qualche scricchiolio, ma senza segnali di inversione allarmanti. Come nascono segnali premonitori si crea un pò di scompiglio, che subito la liquidità si riversa nei titoli a tripla A a spese dell’equity. Il Bund ad esempio in questi giorni ha perforato un livello di supporto a 122,90. Vediamo se lo stesso sarà prontamente recuperato? Fino a che il future si manterrà sopra 122, credo che non ci sia da preoccuparsi.

Insomma credo che per oggi abbia scritto anche troppo rispetto allo spessore dei mercati finanziari di questi tempi e soprattutto alle donazioni che stanno arrivando, pari a zero. Se il valore di un blog si vede da questo andiamo bene, ma del resto siete voi i giudici e non il sottoscritto…………….buona giornata a tutti.
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