MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Come vi avevo promesso nel post precedente, vi pubblico una descrizione più dettagliata del Paese, che molti investitori e imprenditori di tutto il Mondo, vedono come il “nuovo che avanza”. Un paese che aderisce al trattato WTO, più per facciata che per convinzione propria. Nel 2001, infatti, fu deciso, dopo infiniti e inutili tentativi, di fare entrare la Cina in tale organizzazione, con la speranza di eliminare le incompatibilità ancora evidenti ad oggi, come il rispetto dei diritti umani. Noi tutti sappiamo come negli ultimi dieci anni siano andate le cose, soprattutto in termini di competitività di manodopera. In sostanza chi ne ha fatto le spese sono stati soprattutto i lavoratori di quei paesi che più di ogni altro hanno rispettato le regole del gioco. Chi si è avvantaggiato di tutto questo? Sicuramente quei politici “corrotti” che hanno acconsentito a fare in modo che si realizzasse tutto ciò, oltre ovviamente alle multinazionali che hanno potuto sfruttare al meglio un sistema che ricorda il vecchio colonialismo. Proprio corrotti dovevano essere, questo mi sento in dovere di dirlo, perchè non si può sbandierare ai quattro venti il libero mercato, quando a rispettare le regole sono solo una minoranza di persone, le quali con il tempo si sono viste crollare un equilibrio economico, che già durava fatica a rimanere intatto. Ipocriti a tutti quelli che vedono il libero mercato senza vedere l’altra faccia della medaglia!!! Io sono per il libero mercato sia chiaro, ma quando a questo vengono applicate e rispettate le stesse regole. Provate a giocare una partita di calcio in 11 contro 22 dove a quest’ultimi è consentito di fare tutto ciò che vogliono? Il risultato finale sarebbe facile da intuire no? In assenza di rispetto delle regole mi sento di dire: W il protezionismo e abbasso l’ipocrisia. Riporto un link di un articolo del Corriere della Sera dell’8 marzo del 2008 http://www.corriere.it/editoriali/08_marzo_08/Panebianco_6e3e1694-ecd8-11dc-bb50-0003ba99c667.shtml vi consiglio di leggerlo. In sostanza da questo articolo il nostro Tremonti viene visto come una pecora nera, ma nello stesso tempo possiamo vedere quali fossero le intenzioni di Obama, o meglio ciò che prometteva nelle primarie. Vediamo se il Presidente americano in carica farà marcia indietro? Personalmente non credo, visto che sull’acciaio importato dalla Cina ha già “sparato” un bel 30% di dazi. Insomma il protezionismo, nel caso di assenza di regole dell’interscambio commerciale, la vedo come una delle migliori soluzioni, per risanare un sistema economico. Molti alunni della scuola Greenspan & co. sosterrano che la competitività cinese ha raffreddato i prezzi. Io dico: ma chi se ne frega!!!! Se il prezzo della bassa inflazione è stato quello di impoverire un paese fino a portarlo alla miseria, in quanto il denaro speso dal consumatore non circola nuovamente nella propria economia, se non sotto forma di debito a cosa serve? Ben venga quindi l’inflazione se questo è il prezzo per ridistribuire manodopera secondo criteri che rispettino le regole del commercio e soprattutto dei diritti dell’uomo. Con questo concludo e vi auguro una buona lettura dell’articolo scritto da Veronica, che spero sia il primo di una lunga serie.

La Cina con il suo 1.350.000.000 di abitanti, mostra il contrasto forte di due realtà messe a confronto. Quella del progresso industriale e competitivo, e quella dell’essere umano.
I neo ricchi cinesi, quelli che hanno fatto registrare una forte impennata per il mercato del lusso, e coloro che nel tempo di una notte, costruiscono, con materiali poveri, usando il fango al posto della calce, case abusive, edificando talvolta un secondo o terzo piano su strutture predisposte per uno.
Lo sviluppo economico che la Cina ha realizzato negli ultimi venti anni non ha precedenti storici.
All’attuale ritmo di crescita si può pronosticarne l’ascesa a potenza globale nel volgere di due decenni. Secondo molti esperti di politica internazionale, la Cina è l’unico Stato in grado di sfidare, nel medio-lungo termine, la leadership mondiale degli Stati Uniti d’America, sia economicamente che militarmente. Pertanto, la trasformazione in corso in Cina rappresenta il fenomeno destinato ad avere il maggiore impatto sugli equilibri internazionali nei prossimi decenni.
A Pechino, la crescente forza dello Stato e dell’economia cinese sono considerati una fase particolarmente felice.
Quelle che oggi, ci appaiono come le più ricche e importanti città cinesi, fino a venti anni fa, erano villaggi, tra risaie e campi di grano.
Oggi le stesse, hanno aeroporti, hotels, mezzi di trasporto all’avanguardia.
Chi entra nella così detta “Parigi d’Oriente” ovvero Shangai, vedrà spiccare grattacieli e maestosi edifici in stile Europeo.
Shangai oggi è la città più ricca e popolosa della Cina, e grazie alle neo ricche signore cinesi, vi è cresciuta una forte e prolifera vocazione per l’alta moda.
Attualmente l’economia della Cina è basata sulle coltivazioni di riso, di frumento, mais, avena, segale , oltre a coltivazioni di tè e tabacco, ci sono allevamenti di suini e animali da cortile.
Nel settore secondario prevalgono le risorse minerarie e soprattutto quelle del carbone . Conseguentemente vi è presente l’industria pesante, ma anche l’industria leggera, come quelle tessili, abbigliamento, elettronica, farmaceutica. L’industria tessile è uno dei pilastri dell’economia cinese.
Sempre negli ultimi venti anni, è accertato che il volume delle esportazioni in dollari effettuate dalla Cina sia moltiplicato di oltre 8 volte.
Un paese che pone lo Stato al vertice di ogni valore, ritenendo tutti coloro che hanno diverse idee un pericolo per il regime, per il Comunismo cinese.
A causa di fattori naturali, storici, culturali, economici e sociali in Cina sussistono ancora molti problemi e difficoltà per quanto riguarda lo sviluppo dei diritti umani.
Con l’evento delle Olimpiadi nel 2008, la Cina ha voluto mostrare una realtà cambiata, come se fosse un paese ultramoderno e alla pari con gli altri.
Mostrandosi anche tollerante verso la libertà di fede religiosa. Ma attenzione, finiti i giochi olimpici è cessata anche tale libertà, e la persecuzione dei cattolici, e delle altre religioni è nuovamente divampato, tra violenze, pestaggi, e arresti non giustificati.
Numerosi paesi occidentali, oltre la Santa Sede , hanno chiesto alla Cina di permettere la libertà religiosa, ma a tutt’oggi senza alcun successo.
Ma le repressioni dello Stato cinese non si limitano alla sola fede religiosa.
In Cina non è consentito ai genitori di avere il numero di figli desiderato. Per sposarsi, per avere un figlio è necessario avere una licenza speciale emessa dal governo.
In rarissimi casi, il governo rilascia permessi per un secondogenito .
Così per rispettare le regole, vengono praticati forzatamente aborti, senza limite di tempo di gestazione, e sterilizzazioni.
Con questi sistemi il governo cinese vanta di essere riuscito a evitare 400 milioni di nascite.
L’altro problema che si è creato è che, coloro che sono riusciti a scampare ai controlli del governo,
hanno messo alla luce dei bambini che non esistendo ufficialmente, non sarà permesso loro, di andare a scuola, sposarsi, andare a lavoro, e non avranno quindi futuro.
La politica del figlio unico, causa altre violazioni dei diritti umani, come l’eccidio delle bambine, traffico delle donne, suicidi , furti di bambini, bambini abbandonati, rivolte popolari e violenze.
Ovviamente è vittima di persecuzione, colui che intende difendere i diritti umani di donne e bambini.I processi in Cina, spesso sono sommari, e migliaia di persone sono condannate alla pena capitale.
Spesso mediante fucilazione, eseguita davanti ad un pubblico convocato, scolaresche, e i parenti dei condannati, i quali devono anche sostenere le spese per l’esecuzione dei loro congiunti.
Benché il numero delle esecuzioni capitali sia tenuto segreto, pare che le uccisioni annuali, siano intorno alle 9.000.Unico segnale positivo, grazie all’ aumentata pressione internazionale, è che nel 2006 il regime cinese ha approvato delle riforme dove è prevista la revisione di tutte le pene capitali da parte della Corte Suprema .
Tuttavia, tali riforme nella realtà trovano poca applicazione, in quanto spesso le confessioni dei condannati sono ottenute con la tortura, non esiste la certezza di un processo equo, e dove spesso gli avvocati della difesa, vengono intimiditi, picchiati e arrestati , e agli avvocati stessi non è permesso interrogare i testimoni.
Ma non solo, sembra che, e le organizzazioni umanitarie internazionali lo sostengono, il secondo scopo delle esecuzioni, sia quello dell’espianto di organi freschi a scopo di vendita.
Esiste in Cina un sistema di campi di concentramento voluto da Mao: I Laogai. Ampiamente usato sia per i dissidenti, sia per i criminali comuni, gli scopi dei Laogai sono essenzialmente due: utilizzare i prigionieri come manodopera a basso costo e “riabilitare i criminali” attraverso il duro lavoro e la rieducazione politica obbligatoria. Il vasto sistema di lavori forzati cinese si chiama “Laogai”, che significa “riforma (rieducazione) attraverso il lavoro”. Secondo le definizioni ufficiali, il Laogai è costituito da sei componenti: i Laogai veri e propri, le prigioni, i centri di detenzione amministrativa (cioè senza un processo), i centri di detenzione (dove stanno sia i condannati a sentenze di breve durata, sia i condannati a morte, che in Cina vengono giustiziati assai in fretta), i centri di detenzione lavoro forzato per minorenni, e infine il “Personale addetto al lavoro forzato”, cioè le persone che hanno scontato la loro pena ma che sono state ritenute “non del tutto riabilitate” e che quindi sono costrette a continuare i lavori forzati
Laogai non è un semplice sistema carcerario; secondo il Ministero per la Pubblica Sicurezza, il loro scopo è trasformare i criminali in persone che “obbediscono alla legge, rispettano le pubbliche virtù, amano il proprio paese, amano il lavoro duro, e possiedono certi standard educativi e abilità produttive per la costruzione del socialismo”. In questo modo infatti viene rafforzato il controllo del Partito Comunista sopprimendo qualsiasi segno di dissenso. Fra i prigionieri politici dei Loagai si trovano attivisti pro-democrazia, sindacalisti, religiosi e fedeli di varie fedi e minoranze etniche come i tibetani, gli uiguri (etnia turcofona a minoranza islamica che vive nel nord-ovest della Cina) e i mongoli
La manodopera gratuita e coatta permette di abbassare i prezzi dei prodotti e conquistare i mercati mondiali. Ma è praticamente impossibile boicottare questo sistema. Per sfruttare meglio i lavoratori forzati, le autorità studiano continuamente nuovi mezzi per aumentare la produttività dei lavoratori forzati. Il lavoro forzato è visto soltanto come un mezzo ulteriore per aumentare i profitti. I milioni di persone rinchiusi nei Laogai sono il più grande numero di persone sottoposte al lavoro forzato oggi nel mondo. L’applicazione deliberata e diffusa di questo metodo ha creato in Cina una nuova forma di economia: l’economia del lavoro forzato.
La non osservanza dei diritti umani da parte della Cina ha costituito fonte di attriti con gli altri paesi.Nonostante ciò, la Cina ha adottato un atteggiamento egualmente conciliante nei confronti dei cosiddetti attori globali. In generale Pechino punta a sviluppare rapporti amichevoli, o comunque non ostili, nei confronti della Russia, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.
Il fine principale della “grande strategia” cinese è, da una parte, mantenere la crescita economica e incrementare la prosperità sociale e, dall’altra, assicurarsi in futuro un posto di primo piano sulla scena internazionale.
Sembra che nella Cina di oggi, tutto sia permesso nel nome del profitto , dell’utile e del lucro.
Per gli stessi ideali, sembra che sia lecito inquinare le terre, i fiumi, i mari e l’atmosfera, sfruttare donne, bambini, costretti al lavoro forzato per produrre a costo zero a vantaggio economico del regime, sfruttare i minatori e i lavoratori che muoiono a migliaia per mancanza di sicurezza ed igiene.
In molte città l’aria è irrespirabile a causa del diossido di zolfo generato dalla combustione del carbone, responsabile per altro delle piogge acide , le quali inquinano foreste e fiumi.
Fiumi, devastati dalla presenza di piombo, cadmio, che contaminano tutto quello che si muove o cresce intorno, le coltivazioni, l’approvigionamento dell’acqua potabile.
Sotto la cappa grigia , sotto la cenere volatile, rilasciata dagli impianti dell’estrazione del carbone,
a margine di case anguste e misere, si elevano i grattacieli, e le strade sono popolate di volti, quasi cancellati, resi tutti uguali, espropriati dei propri pensieri.
Migliaia si muovono con la loro bicicletta, silenziosi, si, perché in Cina anche le canzoni sono censurate e devono essere autorizzate dal sistema, prima di poter essere cantate in un Karaoke.
Questo è il vero volto della Cina , la stessa che si scandalizza, se un paparazzo fotografa una attrice in bikini sulla spiaggia.
Ovviamente tutto il sistema viaggia su di un equilibrio che con l’andar del tempo diventa sempre più precario.
Perché con tutta la repressione che si possa esercitare, con tutta l’emarginazione dal resto del mondo che si possa infliggere, c’è da domandarsi, per quanto i cinesi potranno ancora resistere a sopportare tutta questa violenza, sia fisica che psicologica.
Sarà proprio la stessa arma di repressione e violazioni che adesso favoriscono l’ascesa gloriosa della Cina, a farla un domani capitolare?.

Categories: emergenti

7 Responses so far.

  1. Zio tom ha detto:

    Coraggioso e reale il tuo commento.Il caos in cui ci troviamo e' dovuto principalmente ad una globalizzazione selvaggia che da anni si sprigiona a danno della povera gente consumando lentamente le economie occidentali arrivando a far chiudere molte piccole imprese italiane.Una grande vergogna tollerata solo dalle piu' viscide e corrotte posizioni politiche finanziarie industriali .

  2. the hawk ha detto:

    Hai centrato in pieno il messaggio che volevo trasmettere

  3. Anonymous ha detto:

    Uno dei problemi di cui non si parla è la sovrappopolazione (ma ancora è un tabù) e l'erosione dei suoli. Buon articolo.

  4. Anonymous ha detto:

    La descrizione che hai fatto, Veronica, della situazione è a mio parere più che veritiera. Per quanto mi riguarda sono anni (molti) che sostengo la pericolosità e la disonestà di una globalizzazione così fatta. Una ridistribuzione del reddito che non c'è e che và solo a vantaggio di grosse multinazionali e di pochi nuovi ricchi, impoverendo milioni di persone nel mondo senza realmente

  5. Anonymous ha detto:

    &quot;Ciao Veronica<br />l&#39;ho letto , molto interessante e scritto bene….Complimenti.<br />Grazie di avermi chiesto un commento… <br />Buona Giornata, un abbraccio e a presto <br />ciao Laura

  6. Anonymous ha detto:

    ciao Veronica<br />complimenti per il tuo articolo,molto interessante e che condivido in pieno.dove non c&#39;è libertà non ci può essere progresso e alla fine faremo i conti con tutto questo..<br />grazie e a presto..<br />ciao,Giancarlo

  7. Anonymous ha detto:

    Ho ancora nella mente le poche immagini che sono uscite dalla Cina, che ci mostrano neonate abbandonate sui marciapiedi e mi chiedo come la coscienza civile di noi occidentali possa restare in silenzio di fronte a simili atrocità. Nessun può dire di non sapere cosa succede in quel paese che sta divenendo, proprio per assenza di regole anche una fogna a cielo aperto! Ho lottato con tutte le mie

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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