Per quanto riguarda i mercati azionari, almeno quelli europei e asiatici sembrano finalmente entrati in una fase caratterizzata da bassa direzionalità di lungo periodo che dovrebbe escludere a breve movimenti violenti e duraturi. Il quadro degli indicatori rispetto alla settimana scorsa non è cambiato. La prossima settimana saranno pubblicate trimestrali molto importanti che seguiremo da vicino. Sul fronte dei dati macro sono attese le vendite al dettaglio, che risalteranno il venire meno degli incentivi sull’auto, come già anticipato un mese fa. Il dato passerà da un +2,7 del mese precedente a circa -2,1, ma sarà altrettanto importante seguire quello depurato dal settore auto che è previsto in +0,2 contro +1,1. Particolare attenzione la darei anche ai dati di giovedì e venerdì, quando cioè saranno pubblicati i prezzi al consumo il Philly Fed e la produzione industriale.
Leggendo fra i vari blog e giornali è interessante constatare come vi sia una netta separazione tra economisti e brooker. I primi sono quelli che descrivono la realtà delle cose e che di seguito esaminano i vari scenari futuri. I secondo invece, il cui interesse è direttamente proporzionale all’esito positivo del ciclo finanziario, danno per scontato una ripresa a V, leggendo con la lente di ingrandimento qualsiasi fatto che sia sintomo di miglioramento e tralasciando magari gli aspetti di preoccupazione. In sostanza, gli economisti suggeriscono prudenza, mentre i brooker gettano benzina sul fuoco alimentando all’esasperazione la bolla speuclativa. Per fare un piccolo esempio, basta vedere il disastro dei dati della settimana tra settembre e ottobre. Tutto si è risolto in una correzione la cui durata non ha superato tre giorni. A distanza di una settimana, invece, sembra di toccare il cielo con un dito. Cosa è successo di così tanto importante? Cercare di giustificarlo con i fatti sarebbe alquanto difficile. Forse i risultati di Alcoa migliori delle attese? Già, la società ha battuto le attese azzerando i costi e beneficiando della rivalutazione dell’alluminio. Peccato che l’azzeramento dei costi ha generato la chiusura di numerosi stabilimenti produttivi con inevitabili licenziamenti. Forse la bilancia commerciale americana che è migliorata? Peccato che tale miglioramento sia determinato da una diminuzione delle importazioni e pertanto di consumi, mentre sul fronte dell’export le cose rimangono stabili nonostante la debolezza del Dollaro. Allora sarà per la diminuzione di sussidi scesi a 520 mila circa? Potrei dire che una rondine non fa primavera. Mi auguro invece che sia la svolta, finalmente. Il dato di fatto è che il mercato azionario ha largamente anticipato gli eventi e forse un pò eccessivamente. Per dirla in parole povere siamo già nella fase della bolla, ma questo non lo dico io, bensì anche molti giornalisti del mestiere, per non parlare di economisti autorevoli come Roubini. Il mercato in questi ultimi tempi, forse da agosto in poi è manipolato sotto gli occhi di tutti. Alcune banche, una a caso, come Goldman Sachs, non solo hanno sfruttato al meglio il flash-trading, generando una mole di volumi, tali da abbellire il proprio bilancio in modo significativo, ma sembrano essere avvantaggiate anche nella ricezione dei dati economici ufficiali. Vi siete chiesti come mai giovedì 1 ottobre Goldman Sachs abbia rivisto da 180 a 250 mila la perdita dei posti di lavoro del mese di settembre? Ebbene il giorno dopo la perdita è stata di 263 mila conto le attese di 175 mila. Risultato: Goldaman vende giovedì innescando ribassi che arrivano al 3% , venerdì esce il dato pesantemente negativo e Goldman va contro corrente riportando gli indici in pari. L’esito dell’ultima settimana lo abbiamo visto tutti. E’ chiaro che sia in atto un imput per abbellire i mercati da parte delle istituzioni finanziarie. La manipolazione dei mercati nel lungo periodo ha sempre portato a danni irreparabili.
Analisi tecnica: nei grafici qui sotto possiamo vede come l’Eurostoxx abbia conseguito nelle ultime tre settimane tre minimi decrescenti a fronte di un tappo che si è formato nell’area di 2920. La media a 21 giorni passante per quota 2850 ha rappresentato un livello di equilibrio importante, mentre è da sottolineare la reazione sulla media a 55 giorni avvenuta in area 2725. La rottura di 2920 potrebbe consentire un movimento molto celere in area di 3050 punti per poi assistere ad un ritorno verso il basso a causa dell’assenza di direzionalità come sottolineato dal secondo grafico, nel quale la linea mobile nera si è portata sotto il livello di allarme. Sull’indice Dax l’assenza di direzionalità è ancora più visibile sia sul breve che sul lungo. I mercati quindi sembrano essere riusciti a ritrovare un punto probabile di equilibrio la cui entità di ocillazione tra livello massimo e livello minimo potrebbe essere del 20%, mentre di durata potrebbe superare anche i sei mesi.