MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Il sig. Rossi tornato dalle ferie, dopo aver letto sentenze trionfalistiche sul miglioramento dell’economia si renderà presto conto che niente è cambiato rispetto a prima e che le sue incertezze sul proprio posto di lavoro sono casomai aumentate. Nei mesi di indiscussa depressione, uno dei maggiori imputati è stato il clima di sfiducia sul sistema economico finanziario. C’è addirittura chi, per lavarsi meglio le mani dei problemi reali, invitava la gente ad uscire di casa per correre a fare acquisti, senza tenere poi effettivamente conto delle loro possibilità. In questo effettivamente c’era un pò di verità in quanto nella violenza con cui si è manifestata la crisi, vi è stato un fattore sfiducia determinante. Arrivati ormai a settembre e visto un rientro dagli eccessi negativi dei dati, potremmo affermare che il ciclo congiunturale si è depurato dell’effetto emotivo economico sociale. Ciò non significa quindi che si è ribaltata la situazione dell’economia mondiale, ma che forse, la società sta imparando a convivere con un quadro di crescita negativa la cui durata a mio parere (il Giappone insegna) è ancora tutta da scoprire. Guai a cadere in falsi trionfalismi o nel tranello di dichiarazioni autorevoli. Finirebbero per rivelarsi boomerang dolorosissimi. L’arma migliore per affrontare questa crisi sarà quella di non cadere nella trappola mediatica. Meglio rinunciare a qualcosa (in particolar modo vale per il consumatore) piuttosto che dover correre ai ripari in seguito. A proposito di trappole mediatiche cito alcune dichiarazioni fatte da Bernanke che ho ripreso da un blog del quale vi consiglio un’attenta lettura il blog si chiama: www.icebergfinanza.splinder.com/

Come ha scritto in un articolo il Washington Post, Bernanke pochi giorni prima di essere nominato nuovo governatore della Federal Reserve, e precisamente il 25 ottobre del 2005, confidava che i prezzi delle abitazioni degli Stati Uniti, sono aumentati di quasi il 25 % negli ultimi due anni, in una testimonianza al Comitato Economico del Congresso. Ma questi aumenti “riflettono in larga misura la solidità dei fondamentali economici”, come la forte crescita dei posti di lavoro, dei redditi e il numero di nuove famiglie”.

Era il 15 ottobre del 2007, dopo aver assistito ai primi sciami sismici della madre di tutti i terremoti economici, Ben Bernanke davanti al Economic Club of New York, pronunciava queste parole: Fortunatamente, il sistema finanziario ha attraversato le vicissitudini dei mesi scorsi con una forte posizione patrimoniale e una robusta infrastruttura. Il sistema bancario è sano.

Queste le ultime dichiarazioni di Bernanke: ” La nostra valutazione è per una crescita più lenta, ma una crescita positiva attraverso l’inizio del nuovo anno. Pensiamo che entro la primavera, all’inizio del prossimo anno si risolveranno i problemi del credito e come speriamo il mercato immobiliare incomincerà a trovare il fondo e l’economia ritroverà un ritmo di crescita ragionevole. “

Nel precedente commento quando parlavo dei problemi relativi al Giappone ho voluto sottolineare cosa significhi per l’economia un raffreddamento dei consumi interni in ottica di lungo termine. Se poi tale raffreddamento non fosse supportato da un livello di esportazioni elevato (in Giappone proprio per questo gli effetti negativi si sono attenuati in qualche modo) i problemi potrebbero essere ancor più gravi. Purtroppo negli Stati Uniti per molti anni ha prevalso la politica dell’uovo oggi e del tutto e subito senza guardare a cosa si stava costruendo nel futuro. Ad oggi non sembra cambiato niente. I massicci interventi di liquidità sono serviti a tamponare una falla molto grossa, ma poco possono fare per risanare nell’immediato il livello dell’indebitamento privato. E’ necessario quindi che gli Stati Uniti passino attraverso una riduzione dei consumi interni con aumento del risparmio, utile a riequilibrare la grave situazione finanziaria privata. Per questo ovviamente non bastano tre o quattro mesi di magia fantaeconomica da parte della Fed o dell’amministrazione americana. Finiti gli incentivi sulle auto, provate a chiedere a fine settembre ad un concessionario americano quante macchine avrà venduto. Pare che la tendenza sia peggiorata rispetto anche al periodo pre incentivi. Forse se anzichè comprare asset tossici, i soldi fossero andati direttamente ai titolari di mutui, truffati da quel sistema economico arrivista, saremmo un bel passo avanti. Le grandi banche infatti sembrano aver salvato la faccia (almeno sul breve termine), ma sono ben lontane dall’aiutare il sistema economico.

Categories: Scenari

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