MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

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Dico da subito che le probabilità di rivedere nuovi massimi entro i prossimi diciotto mesi sono alquanto limitate.

E’ essenziale tuttavia osservare, come il Dax stia rispettando in modo impeccabile i punti indicati dalla teoria di Elliott-Fibonacci.

Le linee rosse rappresentano i target/supporto del ciclo iniziato nel 2009, che molti stanno osservando.

Le linee nere invece appartengono al ciclo da me segnalato da tempo iniziato nel 2003.

Ciò non deve dividere sul fatto quale sia migliore o peggiore seguire, in quanto la teoria di caoticità, può avere tranquillamente punti intermedi di osservazione.

Quello che è importante sottolineare, è che il ribasso dell’indice Dax si è arrestato per il momento in prossimità di punti vitali.

  • Testata in modo impeccabile la trendline che unisce i minimi del 2011 e del 2014.
  • Avvicinati i livelli indicati secondo la teoria di Elliot a quota 8985 e 8844.

Pertanto quello che abbiamo visto in questi giorni potrebbe costituire anche una base di ripartenza importante, quantomeno utile a non prendere adesso iniziative in favore di nuovi minimi nel breve termine.

Sarà casomai utile seguire da vicino l’evoluzione delle prossime settimane, alla luce anche della netta divisione tra chi vede questa fase come un’occasione irripetibile di acquisto e chi invece come il segnale di un’inversione a lungo periodo.

Personalmente sono per la seconda ipotesi, ma ritengo possibile un tentativo di reazione concreto nelle prossime settimane, quantomeno fino al livello situato a 10800. Quello che è certo è che movimenti come abbiamo visto in questi giorni, hanno provocato vittime illustri, oltre alla rottura di molti meccanismi di trasmissione. Compito quindi difficile per gli istituti centrali, il riportare tutto alla normalità.

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Questa è la Rsi settimanale che nel mese di Aprile fu profetica nel segnalare la perdita di forza del mercato.

A posteriori possiamo dire che l’effetto atteso si è materializzato, in quanto per il momento l’indicatore si è portato su livelli di ipervenduto, da non confondere con una situazione iper-bearish.

Se osserviamo anche l’indicatore di direzionalità settimanale possiamo constatare l’assenza di una fase di ipertrend, almeno per il momento.

Detto in breve quindi: la situazione attuale non rappresenta una passeggiata di salute, ma gli eccessi visti in questi giorni potrebbero quantomeno rientrare leggermente dando modo di capire con chiarezza quanto stia succedendo da un punto di vista tecnico.

Come vedremo dalla situazione quantitativa sotto, molti asset sono entrati in una situazione iperbearish da tempo. Il catalizzatore principale è la Cina. Materie prime e emergenti ad essa legati sono stati i più venduti. L’unico augurio che facciamo è che alla Cina non si sommino altri elementi di preoccupazione, in quanto crediamo che siano più che sufficienti.

 

 

 

 

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