MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

 

Trump vuole costruire il muro finanziandolo con l’introduzione di una tassa del 20% sui prodotti importati dall’estero. Peccato che in quel caso gli unici a pagare sarebbero proprio i cittadini americani, costretti a ripiegare su prodotti della stessa qualità, ma più costosi.

 

Il costo del muro per evitare i clandestini dal Messico, ammonterebbe a circa 17 mld di dollari.

 

Peccato, che, oltre a provocare un’inflazione gratuita e poco sana, la situazione peggiorerebbe sotto il profilo dell’immigrazione, in quanto avere uno Stato fallito ai confini, abitato da oltre 100 mln di persone, decuplicherebbe i flussi verso gli Usa, muro o non muro.

 

Il New York Time sostiene che una legge del 1965, vieta qualsiasi discriminazione contro gli immigranti basata sull’origine nazionale.

 

La forza degli Stati Uniti, negli ultimi 50 anni è stata sicuramente la tolleranza razziale e il rispetto per le minoranze.

 

Ebbene, Trump in queste ore ha firmato in favore di un blocco totale ed immediato sulle immigrazioni provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana come Siria, Iran, Sudan, Somalia, Libia, Yemen e Iraq. Blocco indiscriminato per almeno 4 mesi su tutti i rifugiati, mentre per quelli siriani è senza limiti di tempo.

 

Avvocati e gruppi per la difesa dei diritti umani hanno già iniziato ad attivarsi per intraprendere azioni legali.

 

La cosa buffa è che Google ha dovuto chiedere a 187 dei suoi dipendenti provenienti da quei paesi di far rientro immediato negli Stati Uniti, allo scopo di evitare il blocco indiscriminato.

 

Non sono ovviamente mancate le polemiche in ambito politico-internazionale, con l’Iran su tutti che ha attuato il principio della reciprocità.

Dure le reazioni dell’Europa.

 

Waterboarding (annegamento simulato): Sempre lui, il matto, ha dichiarato che la tortura in questione (abolita dall’amministrazione Obama) è efficace e che potrebbe essere ripristinata nel caso la C.I.A lo ritenesse utile.

Quindi America First: per la serie i diritti umani valgono meno di zero.

Caro Trump, ti dedichiamo uno dei più belli aforismi di Voltaire: “È meglio correre il rischio di salvare un colpevole piuttosto che condannare un innocente”.

 

 

Perché la tortura è già una condanna.

 

Cina: insieme al Messico, l’altro Paese che Trump sembra voler contrastare con tutti i suoi mezzi è la Cina. La scorsa settimana ha firmato l’uscita dal Tpp (accordo di interscambio con i paesi del Pacifico). Ovviamente, ci prepariamo già per le grandi risate che faremo nel momento in cui il Donald, applicherà le sanzioni del 45% sui prodotti cinesi. In tal caso suggeriamo con tutto il cuore alla casalinga disperata di turno, di imparare nuovamente quegli hobby perduti, che fecero la felicità delle nostre nonne, come l’uncinetto o la calza se vorrà mandare i propri figli vestiti decentemente.

Questo per dire che se un aumento sui prezzi dei prodotti provenienti dal Messico penalizzerebbe il consumatore finale, i dazi sui beni cinesi lo metteranno letteramente K.O.

In ogni caso, come abbiamo detto più volte la Cina possiede il doppio degli abitanti di UE e USA messi insieme, oltre a 2 mila mld di bond Usa che può sganciare a proprio piacimento sul mercato, se qualcuno alzasse un po’ troppo la cresta. Ah dimenticavamo: hanno la tecnologia, l’amor di Patria, la resilienza (che gli americani non hanno) e pure la bomba atomica.

Quindi America First, ma fino a che non rompi le scatole agli altri J

 

Ah, che ne sarà della Geopolitica nei prossimi 4 anni?!

 

 

 

 

Revoca sanzioni contro la Russia: si parla con insistenza che il Presidente Trump potrebbe già nei primi 100 giorni del suo mandato, revocare le sanzioni all’amico Vladimir Putin. Unico ostacolo sembra quella parte di repubblicani legata a McCain. Questa è un’altra forma di populismo applicata, ma soprattutto un favore agli amici, come il

Segratario di Stato fresco di nomina, ex Ceo di Exxon Mobil, la quale non vede l’ora di riprendere a trivellare in Russia.

Spesso con il populismo si dimenticano anche le ragione per le quali le sanzioni erano state introdotte:

 

La Russia ha violato il diritto internazionale invadendo una parte di un Paese confinante.

 

Forse le sanzioni erano discutibili e forse controproducenti proprio per quei paesi che le applicavano, come l’Europa, e quasi certamente potevano essere altre, le misure diplomatiche da adottare.

 

Quello che è discutibile in questa sede è il modo di agire: America First….. io so io, e voi non siete un…….xxxxx.

 

Vogliamo ricordare ancora una volta che ciò che ha fatto grande l’America non è stato certamente l’arroganza, il protezionismo e l’intolleranza.

 

Ciò che ha fatto grande l’America è stata la massima libertà d’espressione dell’individuo, preso come singolo.

 

Trump, a nostro parere impersonifica in tutto e per tutto quell’America che pretende di vivere di rendita, ma che al Paese ha veramente poco da dare in termini di evoluzione della specie.

 

“Sono americano quindi ho diritto di fare quello che voglio, anche se il mio diritto contrasta con il tuo”.

 

“America First!!!”

 

I mercati non sembrano guardare assolutamente agli eventi che in questi giorni si stanno materializzando.

Molte case d’investimento davano quasi per scontato che certe promesse fatte in campagna elettorale fossero solo propaganda, ma le cose non sembrano andare in quella direzione.

 

Del resto in mercati iper-bullish il bicchiere è sempre mezzo pieno e guai a rovinarsi la festa a causa di un individuo che ha qualche idea obsoleta, assomigliante per lo più a quelle degli anni ’30.

 

Inoltre, in certi casi si snaturano per lo più le previsioni sulle conseguenze.

Ad esempio si pensa che un isolazionismo Usa comporti un rafforzamento del Dollaro? La cosa più sbagliata.

 

A parte i 2 mila mld di bond Usa scaricabili dalla Cina, dobbiamo sottolineare come il biglietto verde abbia preso giovamento dal livello elevato degli interscambi mondiali. Una diminuzione degli stessi, causata da politiche protezioniste provocherà senza dubbio un calo degli interscambi e quindi delle attività denominate in dollari, stimolando altri paesi ad utilizzare monete alternative.

 

La cosa certa comunque, è che Trump si sta rivelando per quello che temevamo. Un pagliaccio pericoloso i cui provvedimenti provocano effetti collaterali devastanti sotto il piano geopolitico ed economico.

Fino ad oggi i mercati hanno guardato al dito, ma non alla Luna, ossia ai danni collaterali.

Inoltre, un presidente destinato a perdere sempre più credibilità non è la ricetta necessaria per avere mercati stabili e sostenibili.

 

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Categories: Miscellanea

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