MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Far fallire una banca è più facile di quanto si possa pensare, al giorno d’oggi.

L’equilibrio della stessa, infatti non dipende solo dalla qualità dei crediti, ma anche dalla stabilità dei depositi.

Anche la banca più sana del Mondo, se improvvisamente fosse presa d’assalto dai correntisti per il ritiro immediato dei loro risparmi, sarebbe costretta ad alzare bandiera bianca dichiarandosi insolvente. Il sistema bancario, infatti, si basa su una semplice statistica matematica, secondo la quale è impossibile che un evento simile si verifichi. Alla base di questa statistica vi è una parola chiave, che si chiama “fiducia”.

Durante la crisi del 2008, tutto il sistema bancario americano sarebbe imploso su se stesso, se la Fed non avesse garantito la solvibilità dei titoli tossici. Il sistema pubblico stesso si sarebbe polverizzato difronte alle insolvenze bancarie. Del resto, il mercato, aveva completamente perduto la fiducia.

Un crollo continuo delle quotazioni di una banca non contribuiscono a mantenere il tasso di fiducia entro parametri sufficientemente congrui, affinché la banca possa mantenere un equilibrio tra depositi e impieghi in grado di continuare la propria attività in totale serenità. Il caso emblematico lo abbiamo visto con Lehman.

Se poi la banca si trovasse in una situazione di grande emergenza di liquidità potrebbe optare per due soluzioni:
1) Chiedere una linea di credito ad un’altra banca o direttamente alla Bce.

2) Vendere gli asset più liquidi che nel caso di una banca italiana sono costituiti da Titoli di Stato domestici.

Nell’estate del 2015, tanto per ricordare, fra i principali sottoscrittori dell’aumento di capitale Bmps, figuravano molti hedge americani, fra cui il famoso fondo Paulson & co che nel 2007 fu fra i principali scommettitori sullo scoppio della bolla dei Sub-prime.

Ora, domandiamoci: quale valore possono aver trovato questi hedge nel sottoscrive l’aumento di capitale di una banca che fino a pochi mesi fa andava in giro con il cappello in mano a chiedere soldi allo Stato? Che valore possono averci trovato, pur sapendo che i crediti in sofferenza erano largamente superiori agli asset patrimoniali?

Un valore inestimabile dico io.

Essere i padroni della terza banca italiana e per lo più a rischio, è come possedere la valigetta con tanto di codici per far partire in qualsiasi momento testate nucleari in grado di distruggere qualsiasi cosa.

Con circa 3 mld scarsi di capitale, infatti, questi hedge fund possono tranquillamente dar vita ad una crisi bancaria fino al punto di costringere le stesse a scaricare sul mercato la mole di Btp comprata in questi anni (oltre 500 mld). La cifra è pari a 5 volte il QE europeo destinato all’Italia.

Lascio a voi immaginare quale possa essere il rapporto rischio rendimento.

Investo 3 mld in una banca: se va bene, guadagno sulla rivalutazione della stessa, ma se va male decuplico i guadagni scommettendo al ribasso sul sistema paese.

Bello il giochino vero?

Personalmente non ci vedo niente di sbagliato e di poco etico. Questo si chiama libero mercato, là dove qualcuno è costretto a battere cassa agli hedge, in quanto non possiede i mezzi per risolvere da solo il problema.

E’ chiaro, che nel momento in cui hai elemosinato il favore non puoi sgarrare, bensì devi fare in modo che tutto vada secondo i piani. Guai ad esempio, ad aver raccontato stronzate, del tipo: ”le nostre banche sono le migliori” e poi dopo qualche mese venir fuori con la storia dei 200 mld di sofferenze stimate per difetto. Inevitabile che qualcuno ti punisca.
Tanto per fare un esempio: lo spread tra Bund e Bond portoghesi è passato dai 130 punti dell’inizio QE-Bce ai 280 di adesso. Nel frattempo abbiamo visto numerosi fallimenti bancari fra cui quello più importante del banco Espirito Santo.

Purtroppo, ad una situazione del genere non ci dovevamo arrivare. Il sistema bancario e di conseguenza, del debito pubblico europeo così come lo vediamo è fortemente vulnerabile. L’assenza di coordinamento fra le principali banche del Unione crea le premesse per forti crisi di natura sistemica.

Porto un esempio: se anziché elemosinare un aumento di capitale agli hedge, Bmps fosse stata aiutata da un pool di banche europee di grandi dimensioni a questo punto non saremmo arrivati e addirittura il sistema avrebbe goduto di maggior fiducia da parte dei correntisti. Il famoso bail-in lo possiamo considerare quindi la ciliegina sulla torta di un sistema alquanto fragile.
Riuscirà il nostro Draghi a disinnescare le testate nucleari pronte per il lancio?

Buona giornata e alla prossima

Categories: banche, banche centrali, btp, bund

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  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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