MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Analisi del 25.08.2015 – Il Sogno del Dragone

La maggior parte degli investitori cinesi era formato da colletti bianchi e professionisti delle città, alla ricerca di un modo migliore per incrementare il proprio reddito. Si tratta chiaramente della classe media cinese che era in formazione e che doveva far fare il salto alla Cina.

Credit Suisse stima in una ricerca fatta recentemente che l’80% circa degli abitanti delle città possieda o abbia posseduto prima della bolla azioni direttamente o mediante equity funds. Fino a Lugio, circa l’8.8% dei chinese household aveva comprato azioni direttamente e la maggior parte erano abitanti delle città.

Il governo ha spinto i possessori di case cinesi a investire in azioni allo scopo di raggiungere diversi obiettivi: generare maggiori capitale per le compagnie statali le quali ormai erano arrivate al limite dei debiti bancari, per rafforzare le compagnie private che stavano creando la maggior parte dei posti di lavoro e per aumentare la confidenza dei consumatori in modo che il consumo interno potesse diventare un nuovo driver per una nuova grande Cina.

C’è quindi una strettissima correlazione tra il mercato cinese e l’economia reale.

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L’azionario cinese ha subito un selloff globale, visto che per diverso tempo era stato visto come il mercato più promettente. Degli operatori specializzati dicono che ci sono stati momenti in cui non c’erano compratori e quindi il mercato avendo solo venditori subiva dei momenti di vuoto.

Buona parte dell’azionario cinese (1/3 in alcuni momenti) viene sospeso per ridotta liquidità. La sospensione infatti i cina è prevista in caso vengano scambiate in una seduta un numero ridotto di azioni.

Da notare è che la maggior parte degli exchange cinesi hanno come limite la discesa del 10% per le azioni.

Quindi il meccanismo che si crea è: vendita, sospensione, quindi appena rientra sul mercato blocco di vendite, risospensione.

Quando l’azionista non può vendere quello che ritiene non buono perché sospeso, vende altro e questo genera un effetto vendita ancora più ampio.

Questo meccanismo rallenta le correzioni e allo stesso tempo rallenta la fine dei selloff che continuano per giorni senza che ci sia ritracciamento.

L’altro aspetto da considerare è il prestito.

Alcuni studi hanno stimato che il 15% di tutto quanto tradato sul mercato cinese sia stato tradato mediante prestiti.

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Sebbene ad Aprile i p/e fossero già sopra i valori del 2000 del Nasdaq e il ChinExt (una specie di Nasdaq cinese) fosse ben oltre il “costo” del nasdaq del 2000, i media continuavano a propagandare che il periodo bullish era “appena iniziato” e che c’erano nuove e promettenti aziende in cui investire.

Da inizio hanno ci sono state un gran numero di ipo.

Il mercato ha iniziato a scendere a inizio Giugno, perdendo miliardi di dollari in un mercato che al top capitalizzava oltre 10 trilioni di dollari. Il governo ha quindi tagliato i tassi di interesse a fine Giugno alle prime avvisaglie ma senza riuscire a fermare la discesa.

Da lì è iniziata una spirale di tentativi di fermare la discesa da parte delle autorità. Le ipo sono state fermate, dei grossi fondi di stabilizzazione sono stati attivati per comprare azioni, le brokerage house hanno promesso di comprare ancora più azioni e i regolatori cinesi hanno allargato le maglie per permettere a tutti di comprare azioni (non ultima l’azione di oggi di permettere ai fondi pensione di comprare azioni).

Successivamente la commissione cinese (tipo sec) ha vietato alle aziende statali di vendere le loro azioni, quindi hanno consigliato ai manager e ai maggiori shareholder di tutte le società di aumentare le loro quote, promettendo sostegno, togliendo in questa situazione la regola dell’insider trading e permettendo loro di fare quello che volevano purchè comprassero.

E’ un approccio molto alla “trial and error”, ovvero “prova e vediamo che succede”.

Dopo questo è arrivata la dichiarazione delle riserve aurifere, la svalutazione dello yuan, l’aumento di  liquidità.


PS

Tra la scrittura e la pubblicazione di questo testo la banca cinese ha tagliato i tassi di breve nuovamente.

Categories: cina

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