MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Così avrebbe probabilmente recitato il sommo poeta davanti alla situazione dell’Unione Europea, riassumibile nel tentativo famelico del Conte Germania di mangiare il figlio Grecia.

La questione sta ormai andando avanti da 5 anni, da quando ci si è “accorti” che la Grecia aveva truccato i conti e aveva fatto solo parzialmente i compiti a casa.

Da lì si è passati alla ristrutturazione del debito, a misure di austerità che hanno portato la Grecia a diventare un paese del terzo mondo sostenuto dal lavoro statale.

La Grecia ha attualmente un tasso di disoccupazione del 27%, tra i giovani questo dato raggiunge il 60%. Solo questo dato basterebbe a capire che il popolo Greco è in via di estinzione, perché dal punto di vista antropologico la popolazione giovane non avendo sostentamento economico tende a non farsi famiglia e quindi figli (c’è poi chi la pensa al contrario, nel senso che avendo tanto tempo non è che si ha molto da fare. Possibile, resta il fatto che servono i soldi per mangiare). Il 73.5% dei lavoratori disoccupati è fuori dal mondo del lavoro da più di 1 anno (dato 2014, 63% nel 2013). Questo comporta perdita di professionalità, di stimoli oltre a problemi di autostima e voglia di rientrare. Inoltre circa il 50% dei lavoratori sono lavoratici pubblici, il che rende l’economica greca poco sostenibile.

Il debito pubblico non ha fatto che salire nonostante la ristrutturazione e le misure di austerità.

Questo a onore del vero come si può vedere nel grafico sopra è successo in quasi tutta Europa. La situazione greca si mostra come la più critica percentualmente (rapporto debito/pil), anche in considerazione del fatto che la Grecia era il paziente zero e il maggiormente sottoposto alla dieta a zona tedesca dell’austerità. La contrazione del pil e l’aumento del debito hanno provocato un effetto piuttosto sgradevole sulla situazione economica.

In questo contesto tutt’altro che roseo, la Grecia con un debito di 330 miliardi di euro deve restituirne 3 al FMI e non ci riesce. E’ chiaro quindi come qualsiasi teoria su salvataggio, haircut, bailin o bailout o qualsiasi parola si voglia usare, nasconde dietro la parola Default. Semplicemente si sta cercando di evitare un aspetto naturale del capitalismo: il capitalismo è fatto di crisi periodiche. Dalle cenere della crisi rinasce un capitalismo più florido e più competitivo. Per quanto riguarda la Grecia si sta solo cercando di tenere la fiammella accesa in modo che non si formino le ceneri necessarie a un grosso urto e poi una rinascita.

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La discussione non è economica, in fondo con tutti i soldi spesi sia dagli USA che da altri stati per le guerre “contro le armi chimiche” (ovvero per il petrolio e per motivi geopolitici) nel golfo persico, in Iraq e Afghanista, dare 3 miliardi alla Grecia è una cosa che non richiede nemmeno grossi sforzi in un periodo in cui stampare miliardi è all’ordine del giorno. Il problema è più geopolotico, nel senso che uno spostamento dell’asse Nato verso la Russia, ovvero un’alleanza Russia-Grecia potrebbe essere un duro colpo al dominio USA. E’ di ieri la notizia di un accordo Grecia-Russia per un gasdotto che passi dalla Grecia escludendo l’Ucraina e di ieri un incontro TSipras-Putin in cui i due si sono fatti vedere molto uniti a livello di idee. I nemici comuni riescono a creare solide alleanze, magari non molto tempo prima anche difficili da immaginare.

Il dialogo creditori-debitori (Ue, BCE, FMI – Grecia) [prosegue nell’area riservata, prova la TRIAL cliccando sull’immagine sottostante!]

 

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Categories: grexit

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