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SEPPELLIAMO-QUESTO-CAPITALISMO-SELVAGGIO-PRIMA-CHE-LUI-SEPPELLISCA-NOI...

Da Wikipidia (definizione del  tasso d’interesse)

In economia, il tasso (o saggio) di interesse effettivo rappresenta la percentuale dell’interesse su un prestito e l’importo della remunerazione spettante al prestatore.

 

Viene espresso come una percentuale per un dato periodo di tempo e indica quanta parte della somma prestata debba essere corrisposta come interesse al termine del tempo considerato o, da un altro punto di vista, indica il costo del denaro. Il debitore, infatti, ricevendo una somma di denaro, si impegna a pagare una somma superiore a quella ricevuta. La differenza costituisce l’interesse, che viene solitamente calcolato in percentuale sulla somma prestata. Tale percentuale costituisce il tasso di interesse.  Il tasso d’interesse è variabile anche in funzione della moneta di riferimento, del rischio connesso alla solvibilità del debitore e della lunghezza del periodo di riferimento.

 

Butto giù delle semplici riflessioni

 

Oggi, prestare i soldi ad un paese come l’Italia, il cui rischio emittente è valutato in BBB, ci permette di ottenere un rendimento ad un anno dello 0,58.

La stessa operazione se fatta in favore della Germania presenta un reddito da capitale di appena lo 0,10, ovviamente al lordo delle spese e delle tasse.

Se allunghiamo la scadenza a 5 anni invece otterremo una rendita rispettivamente di:

1,80 annuo scarso per l’Italia

0,50 annuo per la Germania

A dieci anni invece:

3,17 annuo scarso per l’Italia

1,47 annuo per la Germania

Ovviamente i tassi, come in tutti i campi, variano in funzione della domanda e dell’offerta. Una maggior domanda di credito rispetto all’offerta, generalmente provoca un rialzo dei tassi e viceversa, come il caso dei giorni nostri.

L’inondazione di liquidità provocata dalle banche centrali ha ovviamente creato un aumento dell’offerta di credito sproporzionato, rispetto ad una domanda che già stazionava su livelli molto alti a causa della leva di debito presente sugli Stati e sui privati.

Così ad oggi, ci troviamo con tassi d’interesse schiacciati sullo zero, che interessano principalmente quelli applicati sui debiti pubblici e delle corporate.

Tuttavia, ma mano che il livello di aggio applicato sui prestiti si avvicina allo zero, viene meno la natura dell’operazione stessa, fino a diventare controproducente rispetto all’obiettivo che si pone il prestatore.

Infatti, nel momento in cui il creditore è disposto a spostare una somma di denaro in favore del debitore, senza un compenso che tenga conto dei rischi della controparte, si aprono alternative molto più logiche, vantaggiose e meno rischiose.

Sicuramente, se gli investitori sono disposti a prestare soldi a tassi nulli, significa che non si sentono molto tranquilli a tenere i soldi in banca (effetto Cipro), per paura che queste siano insolventi. Allora tanto meglio sarebbe, prelevare il contante e tenerlo sotto il materasso, evitando spese e rischi inutili non credete? Del resto se le banche sono a rischio fallimento, gli Stati non ne sarebbero immuni. In questo caso se la maggioranza ragionasse in tal senso ci troveremo difronte ad un default bancario e soprattutto statale, in quanto per attirare capitali sarebbero costretti nuovamente a pagare tassi reali altissimi, con effetti devastanti sul sistema.

Addirittura, in caso di fallimento degli Stati, questi sarebbero costretti ad emettere una nuova valuta, come il passato ci ha insegnato in caso di default.

Vano sarebbe quindi detenere moneta, che in pratica non è altro che un credito nei confronti degli stati sovrani.

Ad oggi l’equilibrio zero sui tassi (vedi Giappone che è l’esempio più lampante) è determinato dal circuito bancario. In Europa, la banca centrale foraggia a tassi nulli il sistema bancario il quale è il primo prestatore nei confronti degli Stati. Le stesse banche sono ormai nel giro di vite dal quale non possono uscire, continuando a sottoscrivere debito pubblico.  Qualora si inceppasse questo meccanismo sarebbe un disastro. Non ci dobbiamo quindi meravigliare se la Bce in queste settimane sta valutando operazioni che vanno al di là del proprio mandato.

In altri stati addirittura le banche centrali si sostituiscono al sistema bancario stesso, comprando sul mercato la maggior parte del debito pubblico. In Giappone siamo ad oltre il 30% dell’intero debito, mentre in Usa siamo vicini al 25%.

Cosa ne sarebbe senza questo meccanismo?

Il piccolo prestatore, sarebbe disposto ad accontentarsi di 0,00% per rischiare verso la controparte?

Non sarebbe logico.

Piuttosto sarebbe molto più condivisibile il sistema imposto dalla Shari’ah, dove il prestatore non applica nessun aggio, ma partecipa attivamente ai profitti generati dalla somma concessa al debitore.

Forse siamo nella fase terminale del capitalismo e non ce ne accorgiamo?

Ovviamente lascio a voi le considerazioni riguardo al modello che vede insistere sulla competitività e sui margini aziendali sempre più alti nel nome del profitto. Al momento questo è stata la principale causa della crisi del 2007/2008. Le cose non sembrano cambiate, anzi direi molto peggiorate.

Buon primo maggio per quel poco che c’è da festeggiare

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