MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

La Grecia sembra aver deriso tutta l’Europa con la mossa di indire il Referendum.
Dopo una trafila durata quasi due anni, tra incontri, interventi monetari, piani di austerità e tensioni sociali, la
Grecia sta facendo marcia indietro proprio sul più bello, quando cioè alla stessa erano stati “abbonati” ben 100 mld di euro, attraverso il famoso haircut del debito in mano ai privati. Se poi ai 100 mld sommiamo quelli che erano presso l’Efsf (circa 150 mld), potevamo pensare che il paese ellenico sarebbe rimasto davvero al sicuro da nuove ondate speculative.
Di sicuro questa scelta ha fatto balzare dalla sedia la Merkel e in particolar modo Sarkosy, preoccupato del sistema bancario francese, particolarmente esposto, contrariamente a quello italiano.
I due si incontreranno Mercoledì pomeriggio a Cannes per discutere con il Fmi, le autorità istituzionali europee e quelle greche.
In realtà, da tempo, si vociferava che le tensioni all’interno della maggioranza erano arrivate ad un punto tale, che l’approvazione del secondo piano di austerità sarebbe stato l’ultimo atto del Governo ellenico. Qualche ministro si è già dimesso e le elezioni anticipate sembrano scongiurare, forse, il Referendum tanto temuto, a detta di alcuni esperti.
A parte la cronaca e gli scenari probabili, il punto sul quale focalizzerei l’attenzione, è il distacco che ormai  da troppo tempo si è creato tra la classe politico-finanziaria e la gente comune sulla quale sembra gravare l’onere maggiore della crisi. E non mi sto riferendo solo alla Grecia.
Se Papandreou ha indetto un Referendum è per il semplice motivo che la classe politica non è più in grado di prendere decisioni sulla pelle della povera gente. Già siamo quasi alla guerra civile.
Tutto questo non sembra poi tanto lontano da quello che si sta percependo in Italia e in altri Stati alle prese con programmi di austerità. La situazione è ancora più accentuata, là dove la classe politica non ha più le carte della credibilità, non solo nei confronti dei mercati, ma della gente stessa, destinata a ulteriori sacrifici.
Su questo credo che Merkosy & Co. debbano riflettere seriamente, a prescindere dagli interessi nazionali e non, prima di prendere decisioni bilaterali ad uso e consumo per gli interessi di parte.
Io sono sempre più convinto che se si fosse lavorato in favore di una Bce in stile Fed, piuttosto che mettere paletti su paletti, le cose sarebbero scivolate in modo più idoneo alle esigenze di tutti gli europei.
Purtroppo, quando fu concepito  l’Euro, le misure non convenzionali delle banche centrali non erano previste, perchè inesistenti fino al 2003, anno nel quale la Boj ammise di aver fatto un’operazione di quantitative easing  risalente al 2001. Prima di quella data erano pura teoria, che non poteva certo essere contemplata nei trattati.
Quanto all’Italia, la situazione è davvero triste e per certi versi indifendibile, fino a che non ci saranno dei cambiamenti utili a far rinascere nuovi entusiasmi. Continuo tuttavia ad essere fiducioso sul fatto che questo Governo ha ormai le ore contate.
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  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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